Come un terremoto
MALTEMPO IN EMILIA ROMAGNA OPERAZIONI DEI VIGILI DEL FUOCO ALLAGAMENTO ALLAGAMENTI DANNI CAUSATI DALLE FORTI PIOGGE PIOGGIA
“A pochi giorni dall’anniversario della prima scossa di terremoto del 2012, non esito a dire che siamo di fronte a un altro terremoto”. È in queste poche parole del governatore Stefano Bonaccini che è racchiusa la portata della tragedia che si sta abbattendo, con la furia dell’acqua e del fango, sull’Emilia Romagna. Un territorio che si era rialzato con fatica dopo quel terribile sisma che seminò morte e devastazione e che ora si trova di nuovo a contare le vittime e i danni. A neppure dieci giorni dalla prima violenta ondata di maltempo, che si è abbattuta nel Modenese e che aveva portato il Consiglio dei ministri a dichiarare lo stato d’emergenza, ecco che ci risiamo. Una bomba d’acqua nella zone di Forlì-Cesena ha seminato disperazione, facendo sprofondare nell’acqua case e campi, invase dall’esondazione dei fiumi. I soccorritori cercano i dispersi, convinti che purtroppo il numero delle vittime, che ieri si era attestato a nove, è destinato ad aumentare, anche perché sono previste ondate di piena nelle campagne. Migliaia gli sfollati, rimasti intrappolati in casa e salvati da pompieri, vigili del fuoco ed esercito.
La protezione civile, che assiste le famiglia rimaste senza un tetto, ha immediatamente avviato un piano d’emergenza, facendo il punto in una conferenza stampa cui hanno preso parte il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il vice ministro dei Trasporti, Galeazzo Bignami e la vice presidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, oltre al governatore Bonaccini. Una riunione durante la quale si è collegata in videoconferenza da Anchorage, in Alaska, la premier Giorgia Meloni, diretta al G7 di Hiroshima, in Giappone. “Il governo c’è”, ha garantito il presidente del Consiglio, “è una di quelle situazioni in cui tutti i livelli istituzionali bisogna che lavorino al massimo delle loro possibilità: spero che si veda che noi ci siamo”, ha aggiunto, ribadendo “la solidarietà a tutti i cittadini colpiti da questa emergenza”. Nel vertice operativo, Giorgia Meloni ha chiesto in maniera approfondita informazioni e pareri, per “capire quali sono le condizioni meteo previste per le prossime ore, se ritenete che la situazione possa peggiorare, andare avanti o almeno arrestarsi”. La premier ha poi aggiunto: “Come ho detto al presidente Bonaccini la settimana scorsa, il governo è a disposizione per fare quello che è necessario, se serve un Consiglio dei ministri, anche nelle prossime ore, per approvare provvedimenti necessari immediatamente, si può fare tranquillamente”. Rivolgendosi al governatore dell’Emilia, Meloni ha ribadito la vicinanza di tutto il suo Esecutivo alla regione sferzata dall’alluvione: “Sulle risorse io e te abbiamo fatto una lunga chiacchierata settimana scorsa e ovviamente faremo tutto quello che c’è da fare per aiutare la popolazione, poi c’è un tema di messa in sicurezza del territorio”. Una vicinanza che, adesso, si tradurrà soprattutto in azioni concrete. “Ci sarà un Consiglio dei ministri per i provvedimenti necessari e immediati a soccorrere una regione che sta soffrendo”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento al Forum Pa a Roma, parlando della riunione per fare il punto sulla situazione. “Un coordinamento dei ministri interessati”, ha spiegato il titolare del Viminale Matteo Piantedosi, il quale, alla domanda se l’impegno del governo per l’Emilia Romagna devastata dall’alluvione si concretizzerà in un decreto legge ha risposto: “Sicuramente un decreto legge per l’Emilia-Romagna è possibile. Che poi lo strumento debba essere un decreto legge o altro si valuterà, ma è accessorio rispetto alla valutazione della necessità che si provveda a tutto quello che si dovrà fare». Un bilancio vero e proprio degli interventi da finanziare si farà, ha prospettato il ministro, “a emergenza superata”. Quando la stima dei danni sarà quantificata e il governo metterà a disposizione nuovi aiuti, dopo i primi 10 milioni di euro per gli interventi più urgenti già stanziati dal Cdm, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, nella prima ondata di maltempo che si era abbattuta nella regione con le precipitazioni eccezionali del primo maggio scorso, per le quali il governo aveva deliberato lo stato d’emergenza nazionale. E con questa nuova alluvione si prevedono dunque nuove risorse, sulle quali l’Esecutivo si pronuncerà martedì prossimo, nel nuovo Consiglio dei ministri in cui “sarà adottato un provvedimento, in continuità con quello già adottato subito dopo la prima calamità che ha colpito l’Emilia Romagna nei primi giorni di maggio”, ha detto Musumeci. Si prospetta il rinvio dei termini per gli obblighi di natura fiscale, contributiva, previdenziale e per i procedimenti giudiziari. Oltre alla possibilità di un decreto legge specifico, resta il fatto che “siamo pronti a un piano nazionale per affrontare le piogge abbondanti e i lunghi periodi di siccità, perché occorre una rilettura del territorio”, ha spiegato il ministro Musumeci, precisando che “lavoreremo con gli altri ministeri e sarà possibile realizzarlo entro otto mesi o un anno”.
Perché l’instabilità climatica non può più essere affrontata come un’emergenza, correndo ai ripari a tragedie avvenute, ma è necessario un piano serio e concreto per evitare che le calamità naturali colgano il Paese alla sprovvista, abbattendosi con tutta la loro furia sui territori e seminando vittime e devastazione. Soprattutto alla luce del fatto che, nel territorio colpito dall’alluvione, la protezione civile aveva ampiamente diramato l’allerta meteo avversa, eppure non è stato possibile fermare la violenza dell’acqua quando tutti i fiumi sono esondati e ventiquattro comuni sono finiti sommersi nel fango. A descrivere la drammaticità della situazione il ministro Musumeci, nel corso della riunione alla protezione civile: “Sono 24 i Comuni allagati, tutti i fiumi dell’Emilia-Romagna hanno purtroppo registrato la tracimazione e quindi hanno sfiancato la arginatura, determinando l’esondazione. La media dell’acqua piovana è di 200 millimetri in 36 ore ma in alcune zone ha raggiunto i 500 millimetri. Se si tiene conto che in un anno la piovosità in quella regione è di 1.000 millimetri, vi renderete conto della potenza che le precipitazioni hanno assunto nelle ultime 36 ore”.
Torna alle notizie in home