COLLO SHOCK – La follia, la vigliaccheria, l’insensibilità. Se il disvalore uccide più della Supercar
di CATERINA COLLOVATI
Il piccolo Manuel, 5 anni, è morto per una manciata di like in più. Manuel non è morto per un incidente stradale che pure può accadere quando si è in macchina. Manuel se ne è andato a causa di una sfida letale. Una di quelle challenge demenziali che portano anche alla morte. Purtroppo in questo caso la morte è arrivata nella parte sbagliata. A perdere la vita è stato non chi accetta il rischio delle sue azioni, bensì un piccolo innocente che felice tornava a casa con la sua mamma e la sorellina. L’inconsapevole Manuel a casa non ci è arrivato e mai più ci tornerà, strappato alla vita da una logica assurda, quella del più pericoli più like, più like più soldi e forse morte.
C’è chi difende i killer e non sono solo gli avvocati difensori che senza alcuna attenzione si esprimono sui media, dimenticando che esiste una famiglia distrutta, una madre annientata dal dolore, bellamente dicono: “la donna al volante procedeva a velocità sostenuta non rispettando la precedenza per la Lamborghini”. Ora lasciamo che l’esatta dinamica venga ricostruita da chi di dovere e cerchiamo di non sotterrare psicologicamente anche la mamma del povero Manuel, la quale già per destino avverso vivrà una vita difficile d’ora in poi. Qualora anche i tecnici dovessero dimostrare qualche errore nella guida da parte della madre del bambino, quel che sconvolge è l’atteggiamento , fuori sintonia, del prima, del durante e del dopo l’impatto mortale degli Youtuber.
Già gli youtuber. Chi sono costoro? Sono giovani invasati che a furia di realizzare video eccessivi, sono diventati famosi, hanno ottenuto milioni di consensi e dunque la sfida è non fermarsi più, costi quel che costi. E così per intontire i fallower urlano frasi sconnesse nelle loro connessioni continue. Mostrano il loro disvalore, la loro imbecillità che agli occhi dei frequentatori dei social diventa una caratteristica esaltante. Quel che ci pare grave è che quei quattro giovanotti, dall’intelletto smarrito, si dice, non abbiano nemmeno chiamato i soccorsi, perché impegnati nelle riprese di quanto fossero riusciti a combinare. Dal fiammante quanto mortale bolide è scomparsa la telecamera più importante di tutti i dispositivi sequestrati, o meglio è stata nascosta ben bene, non prima di averla privata della scheda che avrebbe mostrato ciò che stavano riprendendo nel momento fatale. Anche questo dimostra quanto siano colpevoli questi ragazzi. Se non avessero nulla da nascondere, perché far sparire ciò che avevano filmato? Dicevamo, prima la follia, durante la vigliaccheria, dopo l’insensibilità verso una mamma all’interno di un abitacolo con le lamiere contorte che urlava: “Manuel dove sei?” e Manuel non rispondeva. Se non è orrore questo… Nei giorni successivi la tragedia, si è detto che il canale YouTube fosse stato chiuso. Poco importa, poiché è molto difficile stabilire che non si tratti di una strategia consigliata dai legali, per rendere i responsabili della vicenda più umani, anche se è operazione assai complicata guardare questi ragazzi con occhio benevolo.
L’attenzione inevitabilmente si pone anche sull’educazione ricevuta da questi giovani. Che tipo di valori hanno introiettato? Che padre è un papà che si siede al fianco di un figlio, alla guida di una potentissima Ferrari e sfreccia senza cinture di sicurezza farneticando frasi di sciocca eccitazione? È un padre che ha perso, è un padre che non sa insegnare nulla e mai più potrà dire nulla al figlio. Che educazione può aver dato quel padre? Figli dinamici, svelti, risoluti con nessun senso del rispetto e della misura. Figli di padri incapaci di trasmettere valori, perché a loro volta hanno valori effimeri, i soldi facili, le auto di lusso, il disprezzo per la normalità e l’onestà. Padri orgogliosi dei figli che fanno i soldi su YouTube, non importa come. Il Dio denaro come unico principio che vale. Tanto poi, si sa, nel nostro Paese la possibilità di salvarsi c’è sempre. E ancora una volta abbiamo dedicato troppo spazio alla figura dei killer youtuber, il loro ruolo, il loro metodo per far soldi, le loro bravate, che bravate non sono. Questo è un omicidio vero e proprio di una povera creatura che aveva il diritto di diventare grande.
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