di CATERINA COLLOVATI
Una storia che ha stordito tutta Italia, ha commosso tutti. Più di altre, e non solo perché la povera Giulia aveva in grembo un’innocente creatura che mai vedrà la luce. La tragedia della morte di Giulia Tramontano ha colpito più di altre perché in un processo identificativo, potrebbe essere la storia di ognuna di noi. Molte donne trovano una dolorosa risonanza con situazioni personali che troppo spesso chiudono nel silenzioso dolore del loro animo, nella speranza che quell’uomo che hanno a fianco capace di equilibrismi funambolici, sempre in bilico sulla trave del rischio, prima o poi maturi. È questa l’ eterna illusione delle donne che vedono nel compagno di turno un individuo che forse un giorno cambierà.
È qui l’errata visione. Con questi tipi di uomini occorre riconoscere il pericolo nel più breve tempo a disposizione. È impossibile vincere la partita con questo genere di mostri, per salvarsi è bene nemmeno scendere in campo.
Impagnatiello teneva il piede in due staffe, beninteso non il cuore, un simile elemento il cuore non lo aveva affatto. Un manipolatore con tutti compresi gli inquirenti, ai quali nega anche nella confessione la reale dinamica dell’omicidio. Riesce perfino a “sfregiare” la madre sulla quale oggi si addensano dubbi su un‘eventuale complicità per nascondere l’accaduto e depistare le indagini, in virtù di quell’amore materno che porterebbe nel bene o nel male a difendere la prole.
Non è così. La donna piange disperatamente dinanzi alle telecamere, colei che ha dato la vita al figlio scopre che quel figlio è un assassino feroce, è un mostro come lei stessa non esita a definirlo. E in un’epoca in cui i genitori assolvono i figli da ogni nefandezza, non è poca cosa. Mostra tutta la disperazione e la vergogna al tempo stesso per aver messo al mondo un infame, anche se dice: ”Lui non era così”.
Oggi la domanda ricorrente è: sta fingendo? Certamente no! Ma resta il dubbio che avrebbe potuto fare qualcosa per evitare la tragedia, per salvare Giulia, quella ragazza che portava in grembo il nipote, e alla quale voleva bene come l’avesse messa al mondo lei… Tant’è che Giulia si fa accompagnare proprio da lei all’incontro con l’altra, e anche nel triste ritorno, la prima persona con la quale parla è Sabrina, mamma di Alessandro, futura suocera, le comunica la brutale cronaca del racconto della ragazza che le ha appena comunicato di avere una relazione con il papà del suo bambino.
Perché Sabrina, futura nonna di Thiago, lascia Giulia sotto casa intorno alle 18 e 45 di sabato e consente che la gestante sconvolta da quanto appreso, salga in casa da Alessandro da sola? Perché non insiste per salire in casa ed assistere ad un chiarimento che giocoforza può essere pericoloso, non foss’altro per l’avanzata stato di gravidanza della povera Giulia?
Seppur nell’ inconsapevolezza così è andata. Una storia di femminicidio e manipolazione di donne cadute nella rete di un predatore seriale. Protagonista di questa storia di violenza, suo malgrado, è anche l’amante Italo inglese di Impagnatiello, vittima pure lei, certo, ma forse inconsapevole complice della triste fine di Giulia? Perché questa giovanissima nuova fiamma del barman ha così tanta paura fin da subito di un eventuale epilogo tragico? Forse il manipolatore ha anticipato qualche volta una possibile intenzione violenta nei confronti di colei che gli impediva la libertà di vivere una storia d’amore con la giovane collega?
Tutti si affannano nel definire la ragazza come fidanzata due di Alessandro, in realtà la vera definizione è amante, poiché Alessandro una fidanzata ce l’aveva già. Con lei condivideva l’appartamento, con lei attendeva un figlio, con lei andava in vacanza ed è impossibile che fosse all’oscuro di tutto. Tant’è che quando andava a dormire da lui, doveva attendere che Giulia andasse dai suoi a Napoli. Dunque è un’ amante a tutti gli effetti.
L’altra figura femminile di questa vicenda è Chiara, la sorella di Giulia che tanto si è affannata nella ricerca della sorella via social, in tv, non perdeva la speranza nel fare appelli accorati , locandine, post. Quella sorella tanto amata non poteva essere scomparsa nel nulla. Ma più passavano le ore è più si infittivano le tenebre di qualcosa di orribile compiuto da quel fidanzato mai piaciuto, responsabile delle malinconie di Giulia che alla fine pensava solo all’imminente parto. Chiara, la sorella che ha pianto commuovendo tutta Italia nella ricerca di Giulia, ma che all’indomani della tragedia si affretta, forse mal consigliata, ad organizzare una raccolta fondi per una non meglio specificata colletta in supporto delle vittime di femminicidio e in ricordo della bellissima e insostituibile sorella Giulia.
Era necessario? Sporcare la memoria di Giulia e Thiago con il vil denaro? Tutti quesiti che resteranno muti nel dolore di due vite spezzate dalla mediocrità della malvagità umana. Cara Giulia, riposa in pace, meravigliosa fanciulla dall’orribile destino…