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Clementine, l’export dell’Italia cresce dopo la Dana in Spagna

La Dana che ha sconvolto la Spagna portando la morte nella zona di Valencia ha modificato le strategie commerciali non solo del settore ortofrutticolo di quel Paese ma anche le dinamiche di approvvigionamento da parte di tutti i Paesi in particolare interessati alla produzione delle clementine. Lo segnala il Corriere Ortofrutticolo riportando le considerazioni di direttore di Francesco Casciaro, direttore della Coab, un’organizzazione di produttori che riunisce nella Piana di Sibari una settantina di soci operativi su un migliaio di ettari.

“Abbiamo notato – dice Casciaro al giornale specializzato – un rinnovato e crescente interesse da parte di clienti di Paesi esteri che di solito si rifornivano dai produttori spagnoli. I nostri principali clienti esteri provengono dalla Germania, ma nelle ultime settimane, come quasi mai era capitato prima, stiamo ricevendo diverse richieste anche da operatori di Francia, Svizzera, Olanda, Lituania e altri ancora che solitamente si rivolgevano di più alle aziende spagnole”.

Movimenti commerciali che – rileva il Corriere Ortofrutticolo – si rifletteranno sul peso delle esportazioni che , nelle prime previsioni della Coab, “quest’anno potrà così aumentare in maniera sensibile, favorita anche dalla mancanza di volumi provenienti dalla Spagna: “Di solito – afferma Casciaro – la nostra quota export si aggira tra il 7% e l’8%. Quest’anno puntiamo ad arrivare in doppia cifra, attorno al 12-13%. Sarà l’occasione per consolidare nuovi accordi commerciali e mantenere nel tempo questo incremento di esportazioni”.

Un frutto, le clementine, per il quale Il Sole24Ore già nel 2022 segnalava la perdita della leadership di produzione per anni incontrastata in Europa indicando un calo persistente, fino al -11,4% in quell’ultimo quinquennio secondo dati Ismea, scendendo a poco più di 506mila tonnellate. Una perdita di leadership proprio a favore della Spagna ma anche del Marocco e dell’Egitto.