La Cina minaccia dazi sui formaggi, la Lega: “L’Ue alzi la voce”
La Cina minaccia dazi sui formaggi Ue, la Lega alza la voce e chiede alla Commissione di non abbassare la guardia e di tutelare un settore economico strategico tanto per l’economia europea quanto per l’Italia. Soltanto alle aziende italiane, infatti, gli eventuali dazi che la Cina potrebbe applicare sui formaggi potrebbero costare fino a 300 milioni di euro. Un conto troppo salato per il sistema Italia. In una nota, Paolo Borchia, capodelegazione Lega e coordinatore per i Patrioti nella commissione Industria all’Europarlamento, ingiunge all’esecutivo di Bruxelles di far rispettare le normative che attestano l’eccellenza di questo genere di prodotti e di farsi sentire da Pechino: “L’Unione Europea – afferma Borchia – non può permettersi di cedere ancora una volta alle pressioni commerciali della Cina a scapito delle eccellenze agroalimentari italiane ed europee”. La questione impatta, infatti, in prima battuta proprio sul futuro del Made in Italy: “L’Italia è leader mondiale nella produzione di formaggi, latte e altri prodotti lattiero-caseari di alta qualità – afferma il capodelegazione leghista -, frutto di una tradizione millenaria e di un impegno costante nella sostenibilità e nella sicurezza alimentare”. Per Borchia è “inaccettabile” il fatto che “questi prodotti vengano messi in discussione da azioni mirate che nulla hanno a che fare con una concorrenza leale”.
Borchia intravede nelle normative Ue esistenti a tutela dei prodotti europei, a cominciare dal Regolamento 2024/143 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, che protegge le Denominazioni di Origine Protette (DOP) e le Indicazioni Geografiche Protette (IGP), gli strumenti utili a “resistere” all’offensiva cinese: “Queste normative rappresentano uno strumento fondamentale per difendere il nostro patrimonio alimentare dalle pratiche commerciali scorrette. L’Ue deve essere pronta a implementarle con rigore. Se la Commissione non interverrà tempestivamente, il danno per il nostro Paese potrebbe ammontare a oltre 300 milioni di euro. Un colpo devastante per un settore che non solo contribuisce all’economia, ma che rappresenta l’identità stessa dell’Italia”.
La mossa cinese rappresenta un’altra ritorsione del Dragone rispetto alla scelta dell’Ue di imporre dazi sulle auto elettriche cinesi. Evidentemente nemmeno la decisione di limare gli aggravi alla frontiera ha indotto le autorità cinesi a desistere dalla decisione di imporre, a loro volta, balzelli sulle voci più ricche dell’export Ue in Cina. E così, dopo la carne suina, è giunto il momento dei formaggi che rischiano sovrapprezzi pari (almeno) al 10 per cento.
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