Cina e Usa: ora la gara si sposta sull’intelligenza artificiale
Sfida all’ultima chatbot. Dopo le versioni cinesi di ChatGPT firmate Baidu e Sense Time, ecco la risposta del colosso dell’e-commerce, Alibaba, all’intelligenza artificiale generativa.
“Tongyi Qianwen”- che si traduce approssimativamente come “cercare la verità ponendo mille domande” – è il modello di chatbot che verrà inizialmente incorporato ai servizi di assistente vocale (Tmall Genie) e alla piattaforma di messaggistica (DingTalk), per poi essere aggiunta a tutte le applicazioni Alibaba, dall’e-commerce ai servizi di mappatura.
Il CEO del gruppo Daniel Zhang, che supervisiona anche la divisione cloud di Alibaba, ha presentato ieri il nuovo servizio in una conferenza a Pechino, dove l’azienda ha dimostrato come consentirà agli utenti di trascrivere appunti di riunioni, creare presentazioni aziendali e raccontare storie per bambini.
La società ha, per il momento, aperto il servizio Tongyi Qianwen solo ai clienti aziendali per testarlo prima di renderlo disponibile a tutti. “Siamo in un momento di svolta tecnologica, guidato dall’intelligenza artificiale generativa e dal cloud computing”, ha affermato Zhang. “Tra dieci o 20 anni, quando guarderemo indietro, ci renderemo conto che eravamo tutti sulla stessa linea di partenza. Cogliere queste opportunità future è il nostro desiderio comune e richiede una visione condivisa”.
L’intelligenza artificiale generativa si riferisce alla tecnologia alla base di piattaforme come ChatGPT, il software rilasciato da OpenAI lo scorso novembre.
A febbraio 2023 è stato lanciato anche “Bard”, il competitor made in Usa firmato Google. Bard, a differenza di ChatGPT, è disponibile solo in inglese e offre all’utente la possibilità di scegliere tra diverse risposte alla stessa domanda. Il clamore suscitato dalla chatbot con alle spalle Microsoft, ha spinto le aziende tecnologiche cinesi a fare a gara per rilasciare ciascuna la propria versione, spingendo molti critici e studiosi a prevedere che questa tendenza non farà altro che gettare benzina sul fuoco della storica rivalità Cino-americana rispetto alle tecnologie emergenti.
Il debutto di Tongyi Qianwen arriva dopo quello di Baidu (BIDU), che ha lanciato il proprio servizio in stile ChatGPT il mese scorso.
Durante la presentazione, Baidu (BIDU) ha mostrato come il suo chatbot, chiamato “Ernie”, è in grado di generare una newsletter aziendale, elaborare uno slogan aziendale e risolvere un enigma matematico.
Solo lunedì, SenseTime, una delle più importanti aziende di intelligenza artificiale della Cina, ha lanciato una suite di nuovi servizi, tra cui, indovinate un po’, una chatbot chiamata SenseChat.
La Cina stabilirà regole per governare il funzionamento di tali servizi.
Nella bozza delle linee guida, emesse ieri con l’intento di sollecitare il feedback pubblico, il regolatore del cyberspazio del Paese ha affermato che i servizi di intelligenza artificiale generativa dovranno sottoporsi a revisioni di sicurezza prima di poter operare.
I fornitori di servizi, inoltre, dovranno verificare le reali identità degli utenti e fornire informazioni sulla scala e sul tipo di dati che utilizzano, i loro algoritmi di base e altre informazioni tecniche.
Le proposte del potente regolatore cinese per il cyberspazio, hanno sottolineato come i fornitori dovranno presentare i loro prodotti per le revisioni di sicurezza prima del loro rilascio pubblico e che verrà istituito un database per registrarli.
“I contenuti generati dall’intelligenza artificiale generativa dovrebbero incarnare i valori socialisti fondamentali e non devono contenere alcun contenuto che sovverte il potere statale, sostiene il rovesciamento del sistema socialista, incita a dividere il Paese o mina l’unità nazionale”, affermano le regole.
Quello che spicca dunque, è la preoccupazione del regolatore rispetto all’enorme potenziale delle chatbot di insinuare idee sovversive e mobilitare il popolo.
La bozza di misure, come si intuisce, potrebbe rallentare il lancio di Alibaba al grande pubblico.
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