La Cina congela gli acquisti di aerei Boeing, Trump: “Ci vogliono fregare in Vietnam”
La guerra dei dazi entra nel vivo: la Cina, stando a quanto riferiscono i media internazionali, ha congelato l’acquisto degli aerei Boeing mentre gli Usa, dopo aver dato una speranza all’automotive, stangano i pomodori del Messico. Sarà un’altra giornata di corsa, di repliche e controrepliche, segnali e messaggi che le cancellerie di Pechino e Washington decritteranno per tentare di conquistare spazio e postazioni strategiche nella battaglia economica. Il Dragone, come riporta Bloomberg, ha congelato ogni importazione di nuovi aerei made in Usa e ha chiuso le frontiere ai Boeing. Non solo aerei, però: tutto quanto afferisce all’aeronautica e al settore aerospaziale in generale sarebbe stato “congelato” dalle autorità cinesi che hanno deciso di replicare con un approccio “occhio per occhio” ai megadazi americani del 145% sull’export asiatico. Le tariffe cinesi, al momento, sui prodotti americani ammontano al 125%. Ma il fatto che a essere colpita dalla “ritorsione” della Cina sia stata Boeing è un segnale molto importante. L’azienda, difatti, è stata al centro di una profonda crisi che, l’anno scorso, le è costata miliardi. Colpa del crollo di fiducia e degli incidenti che hanno coinvolto alcuni suoi aerei. Ma “colpa”, dice la Bbc, (anche) di uno sciopero di dimensioni epocali, almeno per gli standard americani, a causa di una profondissima frattura interna tra i dipendenti e i vertici aziendali accusati di pensare più a profitto e dividendi che a produrre, e bene. La Cina, così, inserisce il coltello nel burro della polemica proprio replicando alle motivazioni agitate da Trump per l’imposizione dei dazi: valorizzare il lavoro americano, far crescere l’occupazione Usa. Intanto, dalla Casa Bianca, The Don ha dato un esile filo di speranza all’automotive affermando di pensare se sospendere i dazi sui motori. Intanto, però, ha affibbiato nuovi dazi al Messico, stavolta su una delle sue produzioni agricole simbolo: i pomodori. Però, a Trump, la cosa che più è andata storta è stato il viaggio di Xi in Vietnam. Dove il leader cinese ha offerto, al governo locale, ben 46 accordi bilaterali e la prospettiva di lottare insieme per il “multilateralismo” e il commercio libero. Un tema che ad Hanoi, dove hanno iniziato a sbarcare da tempo molte multinazionali Usa, sta davvero a cuore. “Non do la colpa alla Cina, non do la colpa al Vietnam. È stato un incontro meraviglioso, un incontro per cercare di capire ’come freghiamo gli Stati Uniti d’America?”.
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