Ciampino, il giallo del rogo alla discarica. Allarme diossina a Roma
Ciampino, il giallo del rogo alla discarica. Allarme diossina a Roma: chiudetevi in casa
L’incendio all’impianto di smaltimento riapre la questione rifiuti. Nella capitale sdegno dei turisti. E il termovalorizzatore non si vede.
di CLAUDIA MARI
Alle prime luci dell’alba di ieri un incendio ha avvolto un impianto di smaltimento dei rifiuti nella zona di Ciampino, alle porte di Roma. Un incendio che riapre l’annosa questione dei rifiuti a Roma e del loro smaltimento. Non solo per i cumuli di rifiuti per strada o per la continua discordia sul termovalorizzatore, ma anche per la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle regole sulla tossicità dei rifiuti. Perché eventi di questo tipo non sono una novità, anzi, lo scorso anno, nello stesso impianto di Ciampino di smaltimento rifiuti – Ecologica 2000 – era stato registrato un altro incendio. E anche ieri la cortina di fumo nero ha avvolto la zona di Roma Sud e dei Castelli Romani, con decine di uomini dei Vigili del Fuoco al lavoro per spegnere le fiamme. Fortunatamente, non vi sono stati né vittime né feriti, ma i danni si contano, anche considerando il fatto che per spegnere incendi di questa portata occorrono molte ore, e in alcuni casi anche giorni. Proprio gli uomini del pronto intervento hanno spiegato che “in casi come questi non bastano 24 ore per spegnere completamente i detriti”. La preoccupazione riguarda , oltre ai danni alla struttura e alle zone limitrofe, anche l’eventuale presenza di rifiuti tossici, anche se secondo alcuni testimoni e lavoratori sono stati soprattutto materassi e vecchi mobili a bruciare.
Intanto le squadre dell’Arpa Lazio già ieri avevano assicurato che la situazione del controllo era monitorata e hanno installato un campionatore per la raccolta di polveri che, dopo 24 ore (e quindi gi in giornata) fornirà l’analisi sull’eventuale presenza di microinquinanti: principalmente diossina, Ipa e Pcb.
E mentre Roma sud brucia, in città turisti e cittadini non se la passano di certo meglio. Come ormai da qualche settimana, romani e forestieri devono fare lo slalom tra i rifiuti che rimangono fuori dai cassonetti strabordanti e tutto quello che popola i marciapiedi, con il caldo, di certo, non aiuta e rende l’aria meno respirabile. A gioirne sono solo i topi e i gabbiani che tra il selfie di un turista e l’imprecazione di un condomino fanno bottino pieno ogni giorno. Uno sfondo a una Capitale che sembra marcire tra caldo e sporcizia: sul lungotevere i turisti – soprattutto americani – si ritrovano a fotografare topi e nutrie che cercano cibo tra i rifiuti, portando con loro a casa un ricordo di una Roma che non è probabilmente quello che si aspettavano. A denunciare ci pensano i cittadini, soprattutto nei quartieri di Spinaceto e Tor de’ Cenci dove i comitati di quartiere hanno diffidato Ama, Asl e Comune.
Nel frattempo, il tanto atteso (e contestato) termovalorizzatore che serve per liberare le strade della Capitale dalle tonnellate di rifiuti per adesso sembra ancora lontano. Eppure, la scorsa settimana il Tar del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva dei comuni limitrofi (Albano Laziale, Ariccia), dei ricorsi che la corte ha definito “privi di fondamento”. L’ennesimo via libera che però non fa accelerare il Campidoglio.
Il sindaco Gualtieri rassicura che la procedura amministrativa è “solida” e che “andrà avanti”. Ma il sito dove sarà collocato il termovalorizzatore ancora non è stato trovato e il Comune, Ama e i commissari preposti alla realizzazione del progetto sembrano continuare a passarsi tra le mani questa patata bollente.
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