Cultura & Spettacolo

“Chiusi dentro” quella borghesia dai doveri digital

di Redazione -


di Guarnaccia Molho
Elettra, una giovane donna borghese, single per scelta, affronta la quarantena chiusa in un condominio del centro milanese, scandendo la gelida sospensione dei contatti con il mondo esterno con telefonate fiume e con gli obblighi indifferibili della vita digitale. Mentre all’esterno, la sua Milano mostra un volto banale e inaspettato, “struccato” dalla patina di coolness e di rituali sociali, all’interno del palazzo il piacevole anonimato garantito dalla grande città si trasforma in una intimità forzata con i vicini. Immaginati e temuti come possibili untori, personaggi dalle vite improbabili, giudicati da Elettra in maniera spietata e irridente. L’improvvisa scomparsa della sua gatta, Nilde, l’unico essere vivente per cui prova affetto, scatena una grottesca commedia degli equivoci, un soft thriller dove tutti sono coinvolti loro malgrado. Le ambulanze fanno capolino nel palazzo, così come rider tuttofare e malavitosi che continuano indisturbati i loro affari, ex fidanzati petulanti e parenti assillanti. Tra smart working, chiamate al cellulare e brevi incursioni nella via davanti a casa, Elettra per ritrovare Nilde (rapita? scappata? eliminata?) non esita a mettere in atto le strategie più strampalate e feroci. La casa è un labirinto claustrofobico, assediato, dove tutto è costantemente regolato. Un universo chiuso che la donna riuscirà a violare in modo inaspettato, con la spregiudicatezza tipica della sua educazione borghese.
Scrive Guarnaccia Molho: «Questo romanzo è una riflessione sulla solitudine, che diventa sempre più una condizione, quasi una categoria dell’umano. I personaggi di “Chiusi dentro” hanno una notevole occasione per riuscire finalmente a concentrarsi e riflettere su chi realmente sono, anche da chiusi dentro, che in realtà è la chance di aprirsi totalmente senza remore, e mostrare la propria vera anima».
Maia Guarnaccia Molho è nato a Milano nel 1972 e ha sempre vissuto a contatto con la creatività, suo padre Matteo Guarnaccia è stato un grande artista e intellettuale, introducendo la cultura psichedelica in Italia e sua madre, Renata Molho, è una nota scrittrice e giornalista di moda. Scrittore e regista, ha vissuto a Berlino, San Francisco, Parigi e Londra dove tuttora risiede. Laureato in Filosofia, ha pubblicato: Ottoluno (1998), Maba Ratta (2003), Prove tecniche di redenzione (2008), Umano (2011), per i nostri tipi A un passo (2017) e Solo ritorno (2019). Ha collaborato con Linus con le rubriche “Sarti & Navigatori”, “Tombinologia”e “Scritto Misto”. Come regista ha realizzato la trilogia Demistify presentata dal 2007 al 2009 ai Film Festival di Locarno, Miami, Roma e Lessness nel 2016.

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