Editoriale

Che noia le prediche di Elodie e Rose Villain

di Laura Tecce -


Che la nuova generazione di stelle e stelline del nostro firmamento musicale siano non solo ai primi posti delle classifiche ma abbiano anche idee politiche ben salde e una forte predisposizione all’impegno civile non può che renderci lieti. E lieti sicuramente lo saranno anche gli uffici stampa e gli addetti alla loro promozione, visto che sono proprio le dichiarazioni politiche di costoro che “fanno titolo” e rimbalzano poi da un social all’altro, piuttosto che i titoli delle loro canzoni. Ultima in ordine di apparizione Rosa Luino, in arte Rose Villain, cantautrice classe ‘89 nata a Milano ma cittadina del mondo – vive da molti anni fra l’Italia e gli States – che intervistata a proposito della sua imminente partecipazione alla kermesse canora più seguita dell’anno, il Festival di Sanremo, si è lanciata in una disamina sulla vittoria elettorale di Donald Trump e sui suoi possibili effetti.

Del resto, si apprende, “ha già sofferto la prima amministrazione Trump” ma questa volta ha addirittura l’impressione che “sia molto peggio” e ricorda che quando fu eletto Biden “tutti” scesero per le strade a festeggiare (tutti chi? I suoi congiunti? I suoi vicini di casa?) mentre oggi non ci sarebbe nulla da festeggiare. Anzi, Rose addirittura fa fatica ad immaginare, semmai dovesse diventare madre, “come si possa crescere un figlio in quella società”. Nelle opere narrative e cinematografiche i “villains” sono i personaggi malvagi, gli antagonisti che si contrappongono senza pietà e scrupoli morali al trionfo del Bene. Ma in questo caso, lungi dall’essere una villain alla Darth Vader di Guerre stellari, è la nostra Rose che si sente minacciata dal cattivo Trump e ovviamente dalla nostra cattiva presidente del Consiglio. “Anche in Italia – puntualizza – non è che con Meloni vada benissimo. Sento molto scontento fra i miei coetanei e sono una donna che tiene tantissimo ai diritti umani, con questo governo non mi sento tutelata”.

Si sente invece molto vicina a Elly Schlein, perché “sa che la segretaria del Pd ha a cuore le minoranze”. Interessante, peraltro, l’indagine demoscopica condotta dalla stessa artista milanese all’interno di un campione statisticamente significativo (i coetanei che sente…) di cui però non sempre condivide il pensiero. Come nel caso di quello della coetanea Elodie, classe ‘90, che con una canzone in gara a Sanremo pure lei, è tornata a far parlare di sé non tanto e non solo per la sua arte ma per le sue aspre critiche proprio nei confronti di Schlein. La cantante, già madrina del gay pride e in prima linea sulla difesa dei diritti Lgbtqi, ha affermato senza mezzi termini che non voterebbe Elly perché le “manca il carisma”, al contrario di Meloni che invece il carisma “ce l’ha eccome e si vede che crede in quello che fa”. Il carisma è una qualità importante ma non esageriamo, Elodie ci fa sapere che non esprimerà la sua preferenza al seggio neanche per la leader di Fratelli d’Italia. Il salto sul carro del vincitore, almeno in questo caso, non è previsto.

Troppe distanze ideologiche e troppa “paura”, termine utilizzato in passato sia per commentare il programma di FdI, che le fa “sinceramente paura”, sia per definire la causa del successo politico di Giorgia Meloni, imputabile al “clima di paura presente nel Paese”. All’attesissimo concorso canoro mancano ancora più o meno due settimane e attendiamo fiduciosi altre esternazioni dei big in gara, sia nei prossimi giorni che durante lo show, con tutto il corollario di attenzione mediatica e polemiche inaspettate o volutamente provocatorie che questo genera e attrae. E poi sì, ci sono anche le canzoni.


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