Cercasi Centro disperatamente
Bruno Tabacci con Pier Ferdinando Casini
Due gemelli che non si incontreranno mai: Richard Kipling si riferiva all’Oriente e all’Occidente, non a Matteo Renzi e Carlo Calenda, ormai emblematici “gemelli diversi” di un centro politico mai decollato. In proposito, bisogna rinvangare i pungenti aforismi di Ennio Flaiano: “La situazione politica italiana è grave, ma non è seria”. ora, la ricerca del “centro” torna a tenere banco, con i media impegnati sulla mezza autocandidatura del sindaco di Milano Beppe Sala e le rumorose dimissioni di Enrico Maria Ruffini dal vertice dell’Agenzia delle Entrate. “Al centro un giro di giostra non si nega a nessuno”, ha titolato Il Riformista. Certo – è lapalissiano -, “un partito centrista sarebbe l’ago della bilancia in grado di spostare gli equilibri di governo”. Ma chi dovrebbe costituirlo?
Il primo cittadino meneghino che, prima di avvicinarsi alla gestione della cosa pubblica, era stato in Pirelli, nella finanza e pure in Cassa Depositi e Prestiti, insegue “una visione più liberal democratica che parli a una parte di elettorato che non vuole sentirsi di destra. Io credo che serva come il pane”. Ma ancora non si capisce chi si deve sporcare le mani di farina per infornare questo pane sperando che lieviti.
Brillano gli occhi a Bruno Tabacci, inossidabile sulla breccia di un Centro Democratico di cui, per alchimie elettorali ove è maestro insuperabile, è l’unico eletto di questo Parlamento ove predomina il centrodestra. Se gli si chiede di Ruffini, che si guarda bene dall’ammettere di voler scendere in campo, dice: “Lo stimo molto, è una personalità solida ed equilibrata, con una grande passione politica che viene da una storia familiare molto impegnata da questo punto di vista”. Incredibile, finora di Ruffini non si era accorto nessuno. Tabacci puntualizza pure: “Lui non si è candidato a nulla, ha detto solo che è disponibile a dare una mano. Giusto così: c’è bisogna di persone di qualità in mezzo a tanti chiacchieroni”.
Georges Ivanovič Gurdjieff, cui si ispirò Franco Battiato per il “centro di gravità permanente”, parlava dell’uomo come una carrozza con un padrone, un cocchiere, un cavallo e una vettura. Per il centro del centrosinistra siamo ancora a zero: per cominciare, quale sarebbe il cavallo che deve trainare questa carrozza?
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