Centrali nucleari, sul Garigliano comincia il decomissioning di Sogin
Centrale nucleare del Garigliano
La Sogin ha avviato l’iter di gara per affidare i lavori di smantellamento del vessel della centrale del Garigliano (il contenitore d’acciaio di forma cilindrica, ndr) e di altri componenti, gli internals posizionati al suo interno, nel quale, durante l’attività – ferma dal 1982 – avveniva la reazione nucleare.
La gara, per un valore di 36 milioni di euro, prevede che le operazioni di taglio e estrazione dei componenti e del vessel, ora fortemente contaminati, avvengano sotto battente d’acqua, un elemento naturale per schermare le radiazioni e quindi consentire ai tecnici di procedere in sicurezza.
Per svolgere le attività sono stati già ripristinati i sistemi ausiliari del reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e il circuito di allagamento del vessel e del canale reattore all’interno dei quali si svolgeranno le operazioni, da dove sono stati rimossi gli elementi di acciaio al carbonio (i rack, ndr) e le loro strutture di supporto, le rastrelliere.
Con “l’attacco al vessel”, che terminerà nel 2027, si entra nella fase finale del decommissioning della centrale campana. Si tratta dell’attività più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo, che l’Italia affronterà per la prima volta.
Al termine, i rifiuti radioattivi prodotti saranno trattati e inseriti all’interno di appositi contenitori cilindrici schermanti, che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale, una volta che questo sarà disponibile.
Lo smantellamento della centrale del Garigliano produrrà complessivamente circa 268mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero circa 258mila tonnellate (il 96%), per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.
La Sogin ha anche deciso e avviato anche l’iter di gara per realizzare nella centrale sita nel Borgo Sabotino di Latina l’impianto Magnox che consentirà di estrarre e trattare circa 70 tonnellate di residui in lega Magnox radioattivi. Rifiuti radioattivi che derivano dalla rimozione delle “alette” degli elementi di combustibile, effettuata prima del loro invio all’estero per il riprocessamento. La gara, per un valore di circa 10 milioni di euro, prevede la realizzazione dell’impianto per il recupero e il trattamento di questi residui.
I rifiuti radioattivi saranno inseriti in appositi contenitori e stoccati nel deposito temporaneo del sito in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale. Una volta estratti tutti i rifiuti, i locali interrati dove erano depositati saranno caratterizzati e bonificati.
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