Caso Tesei – L’attacco a orologeria prima del voto in Umbria
Donatella Tesei, la presidente della Regione Umbria era stata iscritta nel registro degli indagati (insieme all’assessore Paola Agabiti) per un bando da 10 milioni e 700mila euro per la costituzione della filiera umbra del tartufo. La sua posizione però, secondo la procura di Perugia, è da archiviare perché il fatto non è più previsto come reato. A firmare la richiesta di archiviazione è il procuratore Raffaele Cantone, lo stesso che si sta occupando del caso del primo dossieraggio, quello di Striano, non un magistrato qualunque. Ebbene, si tratta di una vicenda che riguarda, udite udite, il dicembre del 2023, ma noi, ovviamente, veniamo a conoscenza dei fatti con un tempismo che avrebbe dell’incredibile, se non fosse il solito film già visto. I giornali di sinistra ci rendono edotti proprio quindici giorni prima delle elezioni in Umbria, che si terranno il 16 e 17 novembre.
C’è chi dirà che questo è solo un caso, e noi possiamo pure fingere di passare da stolti, diverso, però, è esserlo davvero. Immediate sono state le richieste di chiarimento da parte di Schlein e di Conte che, armati del loro giustizialismo tout court e a chiamata, non avendo argomenti elettorali dopo la batosta subita in Liguria, tentano di smarcarsi con questioni giudiziarie che peraltro sono già concluse. Per darvi un’idea funzionano come il jukebox: inserisci il gettone, e parte la litania, che varia tra “deve dimettersi” a “destra fascista” a seconda dei casi, ma il repertorio è limitato a quelle due esternazioni. Non pretendiamo di più, ci mancherebbe.
Si ravvisa però una stortura enorme in questa volontà da parte dell’opposizione di approfondire il caso Tesei: non sono proprio loro che gridano in modo convinto di aver fiducia nella magistratura? Non sono loro che “rispettano il lavoro dei magistrati”? E ora dov’è questo rispetto? Eppure, la sentenza è stata emessa. Allora non è stata presa la decisione che avrebbe soddisfatto le vostre aspettative? O, forse, non ce ne siamo accorti e i leader di Pd e Cinque Stelle sono improvvisamente diventati dei togati? Notizie a orologeria, tirate fuori dal cilindro nel momento della difficoltà: prima della Liguria abbiamo avuto la puntata di Report, in onda con un servizio sulla Regione e sul ministro della Cultura Alessandro Giuli nonostante il silenzio elettorale, oggi abbiamo il “mostro” dell’Umbria, chissà che cosa si inventeranno per l’Emilia-Romagna. Un modo di fare politica che esula dai contenuti, ma che si basa su un perenne e inconsistente attacco nel vano tentativo di appigliarsi a qualunque briciola derivante dalla destra. Un atteggiamento strumentale fa male a una politica sana, ma ognuno, del resto, raccoglie quanto seminato, e se non si sono piantati i semi è difficile vedere oggi i frutti. Ad maiora.
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