“In vista del Consiglio Ue straordinario del 1° febbraio, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban” in merito alla vicenda di Ilaria Salis. La trentanovenne rischia undici anni di reclusione per tentato omicidio colposo in concorso relativo a un aggressione a un gruppo di neofascisti avvenuto a febbraio del 2023.
Meloni “nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, ha portato l’attenzione del primo ministro Orban sul caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto”.
Dopo lo scalpore suscitato dalle immagini di Ilaria in catene e le accuse del padre, arriva la smentita del servizio penitenziario ungherese: “Falsità sulle condizioni di detenzione”. La Farnesina nel frattempo chiede insistentemente all’Ungheria misure alternative alla detenzione in carcere in attesa della prossima udienza prevista per il 24 maggio.
I rapporti dell’Ue con l’Ungheria sono ai ferri corti da tempo per via delle ripetute violazioni dello stato di diritto. Sul caso Ilaria Salis, tuttavia, Bruxelles non può fare molto. “La detenzione è una competenza primaria dei Paesi membri”, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo europeo Eric Mamer.
Sulla questione si è espresso anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, ospite di ‘Avanti popolo’ in onda su Rai3: “La nostra legge vieta che venga esibito il detenuto con le manette e in condizioni di umiliazione mentre questo non è avvenuto in Ungheria. Su questo credo sia giusto intervenire”. E ha ribadito la necessità di “non umiliare il detenuto, avere rispetto della dignità della persona anche quando è detenuta per reati gravi”.