Caso Nardella, Schillaci chiede chiarezza alla Regione Campania sulla clinica casertana
Il ministero della Salute – riferisce l’Adnkronos Salute – ha chiesto una relazione alla Regione Campania su quanto accaduto nella clinica privata Iatropolis di Caserta, dove si era recata una paziente residente a Gaeta, una 38enne, per un intervento di chirurgia plastica, poi deceduta.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere, intanto, ha avviato un’indagine per chiarire le cause del decesso. Sabrina Nardella, 38enne parrucchiera di Gaeta e madre di due figli, è morta dopo un intervento di chirurgia estetica considerato di routine e programmato come day hospital, che riguardava il volto e il mento. Tuttavia, durante l’operazione Sabrina ha avuto un malore e il suo cuore ha smesso di battere, portando al decesso poche ore dopo.
i magistrati sammaritani procedono per omicidio colposo in ambito sanitario e hanno iscritto cinque persone nel registro degli indagati: sarebbero due chirurghi, un anestesista, un’infermiera e il rappresentante legale della clinica. È stato sequestrato il fascicolo clinico di Sabrina e disposta l’autopsia per chiarire le cause precise della morte e verificare eventuali negligenze o errori durante l’intervento o il post-operatorio.
Non nuova la clinica ad indagini e inchieste a largo raggio anche fuori dell’ambito giudiziario, che stavolta si riaprono con l’intervento del ministero guidato da Orazio Schillaci nei confronti della Regione Campania.
Nel maggio del 2010, in occasione della tragica vicenda di Annabella Benincasa, poi morta dopo 14 anni di coma, Ignazio Marino, allora presidente della Commissione del Senato sull’efficienza del Servizio sanitario nazionale, dispose “un’immediata istruttoria da parte dei Nas”. Sugli stessi fatti aprì un’indagine la Commissione di inchiesta della Camera sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando. Interventi di due organi del Parlamento dei quali non si è poi appreso l’esito.
Nella giornata di oggi il caso di Sabrina Nardella ha rinfocolato anche la polemica sul tipo di formazione e specializzazione necessaria per interventi del genere, registrando gli interventi di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) e della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica. Anelli, in particolare, ritenendo necessario un intervento legislativo, ha espresso parole molto nette: “I medici non devono dire sempre di sì a un trattamento. Questo oggi è legato alla coscienza individuale. Noi vorremmo che fosse anche regolamentato per legge, oltre che dalla coscienza”.
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