Caso Huawei, arrestata la collaboratrice di Martusciello
Nuova pesante tegola su Forza Italia che ieri mattina si è svegliata sotto la scure di quella che sembra essere una vera e propria maledizione del partito in Campania, i cui maggiori esponenti sono sempre stati abbattuti dalle inchieste giudiziarie. Questa volta nell’occhio del ciclone è finito Fulvio Martusciello, ras degli azzurri nella regione una volta affidata a Nicola Cosentino e poi a Luigi Cesaro. Uomo di Antonio Tajani, che lo ha voluto capo delegazione della pattuglia forzista al Parlamento Ue, oltre che al vertice del partito in Campania e che lo ha lanciato per la sfida alla poltrona di governatore alle prossime regionali, Martusciello è sotto la lente di ingrandimento della procura belga che avrebbe avviato due indagini nei suoi confronti, una delle quali, quella relativa al caso del colosso cinese Huawei scoppiato la scorsa settimana, ha portato all’arresto della sua storica e più stretta collaboratrice in virtù di un mandato di cattura europeo. Pesanti le contestazioni: associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione. Ciononostante alcuni elementi appaiono dissonanti e fanno temere che il quadro complessivo possa essere addirittura più grave di quanto non appaia. Innanzitutto la custodia cautelare in carcere e non ai domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà già domani. In secondo luogo la tempistica di questo arresto, avvenuto a distanza degli altri quattro già effettuati su ordine delle autorità giudiziarie belghe ma diversi giorni fa. Cosa è successo di nuovo in questo frangente? Infine, la natura dell’attività professionale della donna condotta presso il penitenziario di Secondigliano ieri mattina, non una lobbista come gli altri finora finiti in manette ma, appunto, la collaboratrice di un esponente politico. Riflessioni che agitano Forza Italia, in cui si temono sviluppi che potrebbero riversarsi sul partito come una valanga. Apprensione e tensione sono già sopra il livello di guardia e l’attenzione è concentrata su quanto sarà riferito domani dalla donna tratta in arresto al giudice Corinna Forte della Corte d’Appello di Napoli, salvo che non si avvalga della facoltà di non rispondere. Il legale dell’assistente di Martusciello, Antimo Giaccio, ha però già in un qualche modo anticipato la linea difensiva, definendo la propria assistita come “una mera esecutrice di ordini, svolgeva il ruolo di segretaria”, ha detto rendendo ancora più agitate le acque in Forza Italia. Dal partito l’ordine di scuderia è quello di tenere le bocche cucite, ma a taccuini chiusi e microfoni spenti più di un parlamentare azzurro confessa “forte preoccupazione” per questa novità nell’inchiesta della procura federale di Bruxelles che, a quanto si apprende, non è giunta neanche così inaspettata. Anzi, era quasi annunciata, tanto più dopo che la scorsa settimana alcuni uffici assegnati alla delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo erano stati posti sotto sequestro, per poi vedersi togliere i sigilli un paio di giorni fa. Da allora le voci hanno iniziato a rincorrersi e da ieri, quando già dalla mattinata la notizia dell’arresto ha iniziato a circolare tra gli ambienti politici, i telefoni degli azzurri sono roventi e le comunicazioni tra i vari esponenti del partito febbrili. Anche perché i confini della vicenda vanno ben oltre quelli italiani, investono l’Europa e il Ppe, arrivando fino all’estremo Oriente.
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