Attualità

Carovita: le famiglie italiane non risparmiano più

di Giovanni Vasso -


Il carovita morde le famiglie. Mentre l’Ue continua a predicare rigore. Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato “lotta all’inflazione”. Le formiche italiane non riescono più a mettere qualcosa da parte. L’inverno incombe e non è stato mai così gelido per le famiglie italiane. La decennale propensione al risparmio dell’Italia accusa un colpo da venti miliardi di euro. E il peggio deve ancora venire.

I dati dell’Istat non lasciano margine di speranza. Le famiglie italiane hanno smesso di risparmiare. Le percentuali sono senz’appello. I numeri parlano del tracollo della propensione al risparmio che scende di 6,3 punti percentuali. Un trend che aumenta dello 0,4% il gap nei confronti del trimestre precedente. A pesare sui conti delle famiglie e sull’impossibilità di mettere qualcosa nel porcellino salvadanaio è il carovita a cui si accompagnano paghe sempre uguali o addirittura entrate minori. La spesa dei consumi finali aumenta e il potere d’acquisto cala. Una combo da kappaò. A piccoli passi, la morsa prende alla gola gli italiani e li conduce lentamente verso il baratro. Stando ai numeri diffusi dall’Istat, la spesa è aumentata dello 0,2% rispetto al trimestre precedente mentre il reddito disponibile è sceso dello 0,1%. Il potere d’acquisto delle famiglie ha perduto altri due decimi percentuali in tre mesi. È l’anticamera del disastro. Dal momento che, presto, saranno tolte le misure di sostegno per le bollette, che già stanno schizzando verso l’alto, e che è prevedibile un’altra ondata di rincari. Finora, le famiglie hanno attinto ai propri risparmi per affrontare la crisi. Adesso, però, non ce la fanno più. E, come riferiscono gli analisti dell’istituto nazionale di statistica, è ormai dai tempi pre-Covid che gli italiani non riescono più a mettere qualche soldino da parte.

Per i consumatori, i dati diffusi ieri mattina dall’Istat “sono disastrosi”. Il Codacons denuncia che “il caro-prezzi stia impoverendo giorno dopo giorno gli italiani, costringendoli a ricorrere ai risparmi per affrontare i consumi”. E snocciola i numeri: “Il potere d’acquisto delle famiglie scende addirittura del -1,7% su base annua, la propensione al risparmio crolla del -3,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, e scende del -0,4% su base trimestrale”. Per i consumatori si tratta della “diretta conseguenza del caro-prezzi che imperversa in Italia, con una inflazione ancora a livelli elevatissimi per beni primari come alimentari e carrello della spesa che, come attesta l’ Istat, erode il potere d’acquisto dei cittadini”. L’Unione nazionale dei consumatori parla di una “bomba a orologeria, destinata presto ad esplodere”. Il caro bollette e il carovita, secondo il presidente Massimiliano Dona, “avranno ripercussioni sulla crescita della nostra economia, dato che i consumi rappresentano il 60% del Pil”.

Confesercenti parla di una depressione più che miliardaria: “L’Istat conferma l`impatto dell`inflazione sulle riserve delle famiglie. Nel secondo trimestre dell’anno la propensione al risparmio, ormai da mesi tornata sotto i livelli pre-covid, continua a ridursi, perdendo quasi mezzo punto percentuale in tre mesi. Complessivamente, nei primi sei mesi di quest’anno la quota di risorse destinata al risparmio è calata di 20 miliardi”. Ma non è tutto: “I dati sono perfettamente coerenti con il deterioramento del clima di fiducia registrato anche a settembre. E delineano un quadro allarmante: le famiglie stanno riducendo le proprie capacità di risparmio per conservare il livello dei consumi, a fronte di una perdita di potere d`acquisto di acquisto che ancora non si è arrestata: rispetto allo scorso anno, circa 8 miliardi di euro in meno in sei mesi, pari a oltre 300 euro in meno a famiglia”. Vuol dire che si sta innescando un effetto domino che, presto, avrà ripercussioni pesantissime su tutta l’economia. Se le famiglie, oppresse dal carovita, spendono di più per poter acquistare di meno, se non hanno più i soldi per mantenere lo stesso tenore di vita di prima, dopo aver “finito” le loro riserve di risparmi, inizieranno a non comprare più. E a quel punto, a differenza di quanto immaginano i falchi di Francoforte che hanno innalzato i tassi alle stelle strangolando, di fatto, le economie nazionali d’Europa, insieme all’inflazione sarà fatta piazza pulita di tutto. Avranno fatto un deserto, parafrasando gli antichi, e lo chiameranno “lotta all’inflazione”.


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