Politica

Caro bollette, Meloni insoddisfatta del decreto. Slitta il cdm

di Lino Sasso -


Il Consiglio dei ministri, inizialmente previsto per questa mattina e dedicato alle misure contro il caro bollette, è stato rinviato a venerdì. La decisione è arrivata direttamente dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insoddisfatta della bozza presentata. Secondo la premier, le misure proposte non sono sufficientemente efficaci nel sostenere famiglie e imprese, motivo per cui ha chiesto ai ministeri competenti di approfondire ulteriormente il lavoro per rafforzare il provvedimento. Il decreto in preparazione ha un valore stimato tra i 2,8 e i 3 miliardi di euro e dovrebbe coprire un arco temporale di sei mesi. L’obiettivo principale è fornire un supporto concreto ai nuclei più vulnerabili e alle aziende, specialmente quelle energivore. Le risorse per finanziare gli interventi sono state individuate, ma si lavora ancora sulle modalità di distribuzione dei fondi. Per le famiglie, il governo intende rafforzare il cosiddetto “bonus sociale”, allargando la platea dei beneficiari. La soglia ISEE per l’accesso agli sconti sulle bollette dovrebbe essere innalzata dagli attuali 9.530 euro a 15.000 euro, come già avvenuto nel 2023. Questo intervento costerebbe circa 1,5 miliardi, ma il perimetro esatto dei destinatari è ancora in fase di definizione. Sul fronte delle imprese, l’esecutivo punta a recuperare 600 milioni di euro dalle aste Ets (Emission Trading System), il sistema di scambio delle quote di emissione di CO₂. Tali risorse saranno destinate a sostenere le aziende energivore e le piccole e medie imprese. Inoltre, si sta studiando una misura per ridurre il differenziale tra il costo del gas nel mercato europeo di riferimento e quello all’ingrosso italiano, così da contenere il prezzo dell’energia e più in generale il caro bollette. Un altro punto all’attenzione del governo è la possibilità di rinnovare o prolungare le concessioni idroelettriche, nell’ottica di garantire una maggiore stabilità nel settore. Intanto, cresce la preoccupazione delle associazioni di categoria e delle piccole imprese. Confcommercio segnala che la bolletta elettrica di gennaio ha registrato un incremento medio del 24% rispetto allo stesso mese del 2024 e del 56,5% rispetto al 2019. L’associazione chiede al governo un intervento sugli oneri di sistema e sul disaccoppiamento tra il prezzo dell’energia elettrica e quello del gas. Anche la Cna, come già fatto anche da Confindustria, sollecita misure concrete, sottolineando che le PMI italiane pagano l’energia il 40% in più rispetto alla media europea, con punte del 60% in confronto alla Spagna e del 50% rispetto alla Francia. L’opposizione incalza il governo affinché intervenga con decisione per contrastare il caro energia e dare sollievo a famiglie e imprese. Con il rinvio del Consiglio dei ministri al 28 febbraio, ci sarà ancora tempo per affinare le misure e renderle più efficaci, rispondendo così alle richieste del mondo produttivo e delle fasce più deboli della popolazione. Sul tavolo del governo, oltre alle misure contro il caro bollette, ci sarà anche il disegno di legge delega sul nucleare, un tema destinato a suscitare dibattito nel panorama politico e industriale italiano.


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