Attualità

Caro benzina, i due perché dell’aumento dei prezzi

di Angelo Vitale -


Una brutta partenza, in questo 2025, per i prezzi dei carburanti saliti di almeno 3 centesimi al litro solo per la benzina in pochi giorni. In alcuni distributori ubicati in autostrada – rileva il Codacons – il prezzo della benzina alle pompe del servito viaggia già sopra quota 2,3 euro al litro, arrivando a punte di 2,4 euro (2,319 il gasolio). Diversi impianti autostradali vendono la benzina sopra i 2,3 euro al litro: 2,366 euro sulla A4, 2,359 euro sulla A14, 2,349 euro sulla A11, 2,345 euro sulla A7, 2,339 euro sulla A22, 2,319 euro su A8 e A26. In modalità self, invece, la benzina ha superato i 2 euro al litro presso diversi distributori.

Quei 3 centesimi in più al litro, che incideranno per circa 50 euro all’anno facendo il pieno per circolare nelle aree urbane, hanno per l’associazione dei consumatori due perché. Il primo è la tradizionale mossa speculativa sul prezzo del petrolio che ha portato al recente rialzo delle quotazioni fino ad essere incanalato nei prezzi aumentati alla pompa, specie nelle autostrade. Il secondo – l’ennesima prova di come una transizione ecologica da tutti auspicata si traduca in un automatico scarico finale sui consumatori – è il maggior costo applicato a rivenditori e gestori per la quota d’obbligo di miscelazione annuale dei biocarburanti con quelli tradizionali. Staffetta Quotidiana senza remore lo definisce un “balzello” e lo ha calcolato in almeno 2 centesimi al litro. Biocarburanti per altri versi da tempo nella lente dell’Antitrust per l’ipotesi di un cartello tra Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras contro la concorrenza.

E non è mancata la polemica diretta tra Mimit che denunciava fake news e il Codacons che ha ribattuto sottolineando come la sua analisi sia stata svolta su dati diffusi dallo stesso ministero.


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