Editoriale

Cari partiti, adesso unitevi per difendere l’Italia e gli italiani

di Dino Giarrusso -


Le borse crollano in tutto il mondo, migliaia di miliardi in valori azionari vengono bruciati in pochi minuti, Milano sprofonda come non capitava da decenni. Insieme a questi numeri da catastrofe, ci sono paure concrete, come quelle giustamente esposte dai nostri viticoltori durante il VinItaly: se perdiamo anche solo in parte il mercato americano, patiremo difficoltà enormi. La realtà è questa, non serve girarci attorno: la proposta di dazi fortemente voluta da Donald Trump ha creato e sta creando danni immani, e di conseguenza sfiducia negli investitori -ciò che creerà altri danni- e maggiori margini di manovra per gli speculatori esperti, che in questi marosi si muovon bene, agili come squali.

Negli anni della politica ridotta a tifo, è molto facile schierarsi da una parte o dall’altra, e molto comune è farlo in modo aprioristico, senza approfondire. È del resto facilissimo, da sempre, farsi ingannare dall’ideologia che ci è più cara e con la quale proviamo a scomporre le complessità del mondo. Dunque prendere posizione per chi è “di destra” o “di sinistra”, talvolta senza nemmeno stare ad ascoltare cosa propone: è dalla mia parte quindi mi piace. Oggi però questo meccanismo inconscio, quasi automatico, non può più funzionare, perché non ha alcun senso. Oggi non si può prescindere da due azioni, che dovremmo fare tutti noi da cittadini e che dovremmo pretendere dalla nostra classe politica, tutta. La prima è analizzare la realtà senza essere superficiali (e appunto tifosi), la seconda è difendere l’Italia e gli italiani. È normale e giusto che chi fra i nostri leader ha sostenuto Trump oggi sia in imbarazzo, ma questo imbarazzo deve passare subito e lasciare il posto all’azione. Antonio Tajani con grande onestà ha ammesso che i dazi possono essere un problema grande, Giorgia Meloni ha confermato, ammonendo però che andare allo scontro potrebbe portare a problemi persino peggiori e serve agire non d’impulso ma con criterio. Tutto giusto, ma appunto ora serve agire, prendere di petto questa situazione e attaccare le ambiguità dell’Europa anche su guerra e riarmo, per tornare a fare grande l’Italia. E questo deve valere per tutti, maggioranza e opposizione, che -prendeteci per sognatori- nel difendere l’Italia dovrebbero fermare la campagna elettorale permanente e i conseguenti scontri, ed agire di concerto per tutelare tutti noi.

La piazza convocata da Conte sabato era molto partecipata ed ha causato sturbi e melancolia in climi esponenti importanti del partito alleato e rivale del M5S, il sempre più indecifrabile PD. Intanto Salvini ospitava Musk (che ha parlato di terribili attentati in arrivo, come se parlasse d’un temporale estivo) e non riusciva a prendere posizione netta contro i dazi, provvedimento beffa anche per tanti imprenditori agricoli vicini alla Lega. In questo bailamme di contraddizioni e litigate da cortile, anzi da cortili divisi in tanti microcortili dove ulteriormente ci si divide, si litiga e si tenta di sedersi sulle poltrone rimaste come i bambini che giocano alla sedia, è nostro dovere invocare l’unità, anzi pretenderla. Cari leader, lo sappiamo che dovete badare alla ditta, ma oggi avete il dovere di badare prima all’Italia, agli italiani. Lasciate perdere per qualche giorno i sondaggi, il +0,3% e il -0,4%, i lanci di agenzia.  Lasciate perdere le pose da talk show e le baruffe chiozzotte con l’avversario con cui poi cenerete insieme. Lasciate perdere le tovaglie imbandite, le società partecipate, le cappelliere e i cappellini, lasciateli perdere proprio, ci sono altre urgenze. Adesso è l’ora di rimboccarvi le maniche e lavorare per noi, per noi tutti, perché stiamo rischiando tanto, troppo. Ora, è chiaro che invocare unità multipartisan mentre non solo si litiga dentro le coalizioni ma ci si scanna pure all’interno dei singoli partiti, può sembrare una banalità da utopisti, ma non è così. Dobbiamo pretendere che le divisioni fra partiti (spesso sacrosante, perché su riarmo e guerra in Ucraina è normalissimo avere posizioni diverse) e quelle interne, non impediscano di tornare uniti come un sol uomo quando si tratta di difendere l’Italia. Così governo e opposizione dovrebbero prendere posizioni chiare, alzare la voce in Europa, far capire a tutti che c’è un solo interesse superiore all’interesse di parte e di partito, ed è la difesa dell’Italia. Succederà, o prevarrà ancora scelte ideologiche e parziali?


Torna alle notizie in home