“Cardiotrap mi ha illuminato la vita” Cuomo, Mare Fuori e il fascino del bene
di Lorenza Sebastiani
“L’essere umano è un dannato in cerca di redenzione”. La pensa così Domenico Cuomo, attore 19enne tra i protagonisti della serie Rai successo del momento, Mare Fuori. Un volto da caratterista e una sensibilità marcata, che ha trasferito nel suo personaggio, Gianni, aspirante cantante detto Cardiotrap, tra i più amati della serie. Si è appena chiusa la terza stagione su Rai2 e il successo è soprattutto di RaiPlay, dove le tre stagioni hanno raccolto ben 140 milioni di visualizzazioni e 60 milioni di ore di visione. Una platea composta al 63% da spettatori con meno di 35 anni, il 40% meno di 25. Note da teen drama e astute romanticherie, per raccontare le vite ferite di un gruppo di minorenni reclusi in un istituto penale minorile. Tra i giovani interpreti, alcuni si sono fatti notare dal grande pubblico. Tra questi c’è Cuomo, sul set fin da bambino. Da Gomorra 3, dove interpretava il nipote del boss Sangue Blu, a L’Amica Geniale, Il Commissario Ricciardi, fino al progetto internazionale Catch22 di George Clooney. Prossimamente in uscita il suo primo film da protagonista e una partecipazione alla fiction Rai Un Professore 2.
Le riprese di Mare Fuori 4 invece cominceranno a maggio e CardioTrap, secondo Cuomo, regalerà al pubblico parecchie sorprese.
Nella terza stagione si è chiuso il suo tormentato amore con Gemma (ndr interpretata da Serena Codato).
In quel periodo nella mia vita privata stavo facendo le mie prime, profonde esperienze sentimentali. Ci tenevo a rappresentare tutti i ragazzi alle prese con quel tipo di dolore, la rottura del primo grande amore. Quando recito metto tutto me stesso. In quel caso particolare ci ho messo parecchio di mio….
Ci racconti come si è avvicinato alla recitazione.
Ho fatto tanto sport, karate, calcio, ginnastica artistica. A un certo punto mi sono iscritto a una scuola di recitazione e a dieci anni ho iniziato a fare i primi provini.
E il provino per Mare Fuori se lo ricorda?
A dire il vero per Cardiotrap ne ho fatti ben sette. Finché all’ultimo, il regista Carmine Elia mi ha chiesto ‘ma tu sai cantare?’.
Avevo preparato a memoria un brano di Clementino, appena ho aperto bocca mi ha detto ‘va bene così’. Mi hanno chiamato il giorno dopo, ero al settimo cielo, dopo tutto quel tempo a sperare… Ho sentito da subito una certa responsabilità, perché il mio personaggio ha a che fare con problemi come la violenza in famiglia o sulle donne. Ci tenevo a dare il meglio.
Come si prepara alle scene?
Sono molto credente, mi accompagna quel tipo di visione spirituale. Poi mi preparo prendendo reference sul personaggio. Mi faccio un mare di domande su di lui, come potrebbe camminare, cosa potrebbe dire. A volte mi fermo a pensare ‘ma Cardiotrap in questo caso cosa farebbe?’.
E cosa le ha dato, a livello personale, interpretare Cardiotrap?
Mi ha passato il suo senso di fratellanza, di lealtà, il suo completo ripudio di ogni tipo di violenza. Incarna l’assoluto contrario del fascino del male. Sono stato illuminato da lui e ne sono uscito ancora più grato della mia condizione di vita.
C’è chi dice che questa serie sottolinei, tra i giovanissimi, il lato attraente della violenza. Che ne pensa?
Vedo anche bambini molto piccoli che la guardano e questo non va bene. Per me l’arte non ha malizia. L’importante è che il pubblico sia educato alla visione, accompagnato. E questo non spetta all’artista, né al regista, né agli sceneggiatori.
Curiosità. I fan idealizzano l’amicizia tra voi protagonisti della serie. Cosa c’è di vero?
Siamo amici davvero. Ho legato con tutti i ragazzi, soprattutto quelli della prima stagione. Anche perché tra loro sono sempre stato il più piccolo.
In Mare Fuori la napoletanità impera. Per un giovane attore non è facile rapportarsi a un passato con nomi come Massimo Troisi, per dirne uno.
Guardando i grandi attori che mi hanno preceduto spero di diventare un giorno anche io un attore. La strada è lunga.
Le riprese di Mare Fuori 4 invece cominceranno a maggio e CardioTrap, secondo Cuomo, regalerà al pubblico parecchie sorprese.
Nella terza stagione si è chiuso il suo tormentato amore con Gemma (ndr interpretata da Serena Codato).
In quel periodo nella mia vita privata stavo facendo le mie prime, profonde esperienze sentimentali. Ci tenevo a rappresentare tutti i ragazzi alle prese con quel tipo di dolore, la rottura del primo grande amore. Quando recito metto tutto me stesso. In quel caso particolare ci ho messo parecchio di mio….
Ci racconti come si è avvicinato alla recitazione.
Ho fatto tanto sport, karate, calcio, ginnastica artistica. A un certo punto mi sono iscritto a una scuola di recitazione e a dieci anni ho iniziato a fare i primi provini.
E il provino per Mare Fuori se lo ricorda?
A dire il vero per Cardiotrap ne ho fatti ben sette. Finché all’ultimo, il regista Carmine Elia mi ha chiesto ‘ma tu sai cantare?’.
Avevo preparato a memoria un brano di Clementino, appena ho aperto bocca mi ha detto ‘va bene così’. Mi hanno chiamato il giorno dopo, ero al settimo cielo, dopo tutto quel tempo a sperare… Ho sentito da subito una certa responsabilità, perché il mio personaggio ha a che fare con problemi come la violenza in famiglia o sulle donne. Ci tenevo a dare il meglio.
Come si prepara alle scene?
Sono molto credente, mi accompagna quel tipo di visione spirituale. Poi mi preparo prendendo reference sul personaggio. Mi faccio un mare di domande su di lui, come potrebbe camminare, cosa potrebbe dire. A volte mi fermo a pensare ‘ma Cardiotrap in questo caso cosa farebbe?’.
E cosa le ha dato, a livello personale, interpretare Cardiotrap?
Mi ha passato il suo senso di fratellanza, di lealtà, il suo completo ripudio di ogni tipo di violenza. Incarna l’assoluto contrario del fascino del male. Sono stato illuminato da lui e ne sono uscito ancora più grato della mia condizione di vita.
C’è chi dice che questa serie sottolinei, tra i giovanissimi, il lato attraente della violenza. Che ne pensa?
Vedo anche bambini molto piccoli che la guardano e questo non va bene. Per me l’arte non ha malizia. L’importante è che il pubblico sia educato alla visione, accompagnato. E questo non spetta all’artista, né al regista, né agli sceneggiatori.
Curiosità. I fan idealizzano l’amicizia tra voi protagonisti della serie. Cosa c’è di vero?
Siamo amici davvero. Ho legato con tutti i ragazzi, soprattutto quelli della prima stagione. Anche perché tra loro sono sempre stato il più piccolo.
In Mare Fuori la napoletanità impera. Per un giovane attore non è facile rapportarsi a un passato con nomi come Massimo Troisi, per dirne uno.
Guardando i grandi attori che mi hanno preceduto spero di diventare un giorno anche io un attore. La strada è lunga.
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