Campi Flegrei, nuove scosse e poi il crollo di un costone sulla spiaggia a Procida
La frana che si è verificata stamattina a Monte di Procida, dopo la scossa di terremoto di magnitudo 2,6 avvenuta a mezzogiorno nei Campi Flegrei, 11 luglio 2024. ANSA/ PER GENTILE CONCESSIONE DI PAOLA MORRA MARADONA
Prima, nuove scosse. Una ricorrente spia del terremoto nell’area dei Campi Flegrei è stata registrata dall’Osservatorio vesuviano alle 11:59, a tre chilometri di profondità nella zona degli Astroni, tra Agnano e Pozzuoli. La scossa è stata avvertita distintamente a Pozzuoli, a Quarto e Bacoli e nei quartieri di Agnano e Bagnoli. In precedenza, rilevava sempre l’Osservatorio Vesuviano, ci sono state altre scosse di intensità minore.
Poi, è crollato un costone di roccia a Monte di Procida, in località Torrefumo, a poca distanza da Bacoli, nell’area del Campi Flegrei, determinando un’enorme nuvola di fumo sulla spiaggia. L’episodio si è verificato poco dopo la scossa di terremoto che è stata registrata con magnitudo 2.6 ma non ci sarebbe correlazione tra i due fenomeni. Il crollo del costone ha provocato attimi di tensione tra i bagnanti dei lidi di Miliscola. Fortunatamente, nessun ferito.
Immediati, gli interventi locali. “Non ci sono feriti. Ero con la capitaneria di Porto e i geologi del comune di Bacoli per fare un controllo ai costoni, poiché un mese fa ho emanato un’ordinanza che vieta la balneazione e la navigazione a 400 metri dalla costa: in concomitanza con la scossa che c’è stata ai Campi Flegrei c’è stata una frana al Cstone di Monte di Procida, dal lato di Miliscola, è un’area interdetta alla balneazione da diversi anni”. Così il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, commentando il crollo di un costone al Monte di Procida. “Non abbiamo mai registrato nessuna scossa sulla terraferma, ma solo a mare – ha aggiunto -. Siamo una città di mare, questo significa che con le scosse sono sollecitati i costoni, già friabili, tufacei, soggetti a frane. Si pone di nuovo la questione della messa in sicurezza dei costoni e poi, a tutela della balneazione e dell’economia del territorio, c’è da tutelare anche il Parco archeologico sommerso di Baia che insiste sotto i costoni. Sono aree non visitabili se non si mettono in sicurezza”.
Per i geologi, un rischio sottovalutato. “Noi geologi lo sosteniamo da tempo. La sola analisi della vulnerabilità sismica non è sufficiente, è fondamentale considerare anche la stabilità e il rischio idrogeologico dell’area”, ha detto il presidente dell’Ordine campano, Egidio Grasso. “L’evento odierno – ha aggiunto – è un esempio lampante su come l’interazione tra fenomeni sismici e aree a rischio idrogeologico possa avere conseguenze disastrose. La frana a Monte di Procida non solo ha messo in pericolo la vita dei presenti, ma ha anche sottolineato l’importanza di una valutazione integrata di tutti i rischi naturali”.
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