Calderoli è ottimista: “Autonomia, legge per definire i Lep”
Ora che la Consulta ha spiegato perché il referendum contro l’Autonomia differenziata non aveva alcun senso giuridico, vale a dire perché il contenuto della norma dopo i colpi di cesoia dei giudizi è “oscuro” e non si poteva indire una consultazione popolare solo sulla Costituzione, i sostenitori della “riforma epocale”, come la definisce Luca Zaia, sono pronti a riaccendere i motori legislativi per ridefinire il contenuto autonomistico partendo dai Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni. A spiegarlo punto per punto è il ministro Roberto Calderoli, intervenuto venerdì sera, a Pordenone, all’incontro pubblico dal titolo «Amministrare a Nord-Est: dall’autonomia differenziata alle nuove province elettive», promosso dal gruppo consiliare Lega Salvini Fvg. La dichiarazione più importante fatta dal ministro è che è pronto un disegno di legge di oltre 30 articoli, che sfrutta il lavoro del comitato Clep presieduto da Sabino Cassese, per definire i Lep così come indicato dalla Corte Costituzionale. “Il referendum – sfferma -è stato dichiarato inammissibile per via del fatto che il quesito sarebbe stato incomprensibile. Sono contento del fatto che anche questa sentenza abbia ribadito che sulle materie non Lep si possa procedere, alla luce di quelle che sono le indicazioni della Corte”. Pertanto, il convoglio legislativo procederà spedito, spiega il ministro, sulle materie non Lep, mentre “presenteremo i disegni delle leggi delega per la definizione dei Livelli essenziali”. A chi afferma dall’opposizione che la riforma è stata svuotata dalla Corte e che del testo non rimane molto, Calderoli replica che “io conto che entro la fine della legislatura ci sia non solo la legge delega, ma anche i decreti legislativi per definire le materie Lep e che nel frattempo alcune delle materie non Lep possano essere attribuite alle Regioni”. La riforma verrà cambiata perché la sentenza è diventata esecutiva dopo il ricorso delle regioni di centrosinistra Puglia, Campania, Toscana e Sardegna in seguito al quale la Consulta ha spiegato 25 volte che le osservazioni erano infondate, 13 volte che le osservazioni erano inammissibili e in 14 punti ha fissato le modifiche da votare in modo tale che i Lep saranno delineati secondo “le giuste specifiche al Governo in funzione della peculiarità dei singoli settori, come richiesto dalla Corte, coinvolgendo il Parlamento che si esprimerà”. Ad ascoltarlo c’era il governatore veneto Luca Zaia, che gli ha fatto eco sottolineando che le prime materie (funzioni) non Lep possono già essere discusse. “Dal punto di vista legislativo immagino che il Governo darà corso alla sentenza, che è esecutiva – analizza -, come sappiamo non si farà più il referendum e, per quel che ci riguarda, si andrà avanti con la trattativa sulle prime 9 materie non Lep, in modo tale che le altre 14 materie lo saranno entro 24 mesi con la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni”. Zaia è tutto sommato soddisfatto, sebbene il tragitto legislativo sia ancora molto lungo perché la Consulta ha levigato di molto il testo licenziato dal Parlamento, perché la “Corte Costituzionale ha sostanzialmente accolto tutta la nostra osservazione, del resto siamo stati l’unica Regione che si è costituita in quel dibattito”. Lo stesso padrone di casa Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, sottolinea che “l’aspetto fondamentale è che la Corte ha sentenziato, in modo molto chiaro, che l’ autonomia differenziata fa parte della Costituzione e questo, rispetto a chi diceva che l’autonomia differenziata divideva il Paese, smonta qualsiasi tesi che va in quella direzione”. Dunque, l’ Autonomia non è lo “spacca Italia”, come afferma tutt’oggi l’opposizione compatta, che per Fedriga, che guida una Regione a statuto speciale, muove da presupposto ideologici senza entrare nel merito del processo riformatore, bensì “oggi dobbiamo fare un processo di adeguamento rispetto anche a quanto la Corte aveva detto precedentemente in modo rapido perché una valorizzazione dell’Autonomia a livello nazionale aiuta anche le autonomie speciali a prendere nuovi margini di manovra e quindi migliori servizi per i propri cittadini”. Insomma, la via per l’Autonomia, ribadiscono gli esponenti leghisti, è segnata dall’inchiostro delle Corte, adesso è il governo che deve fare la sua parte: i numeri li ha per votare il nuovo testo legislativo. “Dobbiamo accelerare sulla riforma – conclude Zaia – perché altrimenti tradiremmo il popolo che ci ha dato la delega”. FdI e FI saranno sintonizzati perfettamente con la Lega?
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