Attualità

Cala il prezzo del petrolio, 8 Paesi Opec+ rallentano i pozzi fino a dicembre

di Angelo Vitale -


Otto Paesi membri dell’Opec+, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, si sono detti pronti a prolungare di altri due mesi i loro tagli volontari alla produzione, fino alla fine di novembre. Lo richiede, ad avviso di questi Paesi, uno scenario in cui il mercato presenta un dei prezzi del petrolio.

Gli otto Paesi Opec+ sono l’Arabia Saudita, la Russia, l’Iraq, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait, il Kazakistan, l’Algeria e l’Oman. La decisione, a seguito di una riunione virtuale che si è svolta oggi. A seguire, in un comunicato, le otto nazioni hanno dichiarato comunicato di aver concordato di estendere i tagli volontari alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno per due mesi, fino alla fine di novembre.

Questi tagli, annunciati per la prima volta nel novembre 2023, dovevano essere gradualmente eliminati a partire da ottobre di quest’anno, come concordato dai Paesi a giugno dandosi una forbice di tempo di circa un anno per monitorare l’andamento del mercato e definire via via le loro strategie comuni.

I Paesi quindi hanno deciso di ritardare l’aumento delle produzione fino a dicembre di quest’anno, con “la flessibilità di mettere in pausa o invertire gli aggiustamenti se fosse necessario”.

Un calo che le Borse continuano a registrare. Oggi il petrolio chiude sia pur lievemente al ribasso a New York. Il West Texas Intermediate (Wti) con consegna ad ottobre chiude in flessione di 5 centesimi (-0,07%) a 69,15 dollari al barile al New York Mercantile Exchange. A Londra il Brent, il petrolio estratto nel Mare del Nord, con consegna a novembre perde 1 centesimo (-0,01%) a 72,69 dollari al barile. Numeri che gli analisti di Opec+ avevano forse già previsto anche per questa tornata odierna.


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