Esteri

Caduto il governo francese di Barnier. Un Macron ‘azzoppato’ parlerà domani alla nazione

di Giuseppe Ariola -


Il governo guidato da Michel Barnier, in carica da appena tre mesi, è ufficialmente caduto a seguito dell’approvazione della mozione di sfiducia presentata dalla coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire. La mozione è stata sostenuta da 331 deputati, mentre 289 sono stati i voti contrari, sancendo la fine dell’esecutivo più breve della storia della Quinta Repubblica francese. Fatale per Barnier è stata la decisione di attivare l’articolo 49.3 della Costituzione per far approvare il controverso disegno di legge sul finanziamento della sicurezza sociale (PLFSS) senza il voto dell’Assemblea nazionale, esponendosi così al rischio di sfiducia, puntualmente arrivata. Il risultato del voto era quasi scontato, dato che il Rassemblement National di Marine Le Pen aveva annunciato il proprio sostegno alla mozione della gauche, creando un’alleanza che ha messo il governo in una posizione insostenibile. Nel suo discorso finale all’Assemblea nazionale, Barnier aveva fatto appello alla responsabilità dei parlamentari, dichiarandosi “onorato” di aver servito i francesi come primo ministro, ma le sue parole non sono bastate a salvarlo.

La caduta del governo rappresenta una pesante sconfitta per il presidente Emmanuel Macron, che aveva affidato a Barnier il compito di guidare un governo di “unificazione al servizio del Paese”. Tuttavia, l’esecutivo non ha mai superato le profonde divisioni politiche del Parlamento e l’opposizione ha colto l’occasione per mettere in difficoltà il capo dello Stato. Macron, il cui indice di gradimento è in calo, ha respinto qualsiasi ipotesi di dimissioni, definendole “fantapolitica”, e ha ribadito la sua intenzione di rimanere in carica fino al 2027: “Sono stato eletto due volte dal popolo francese”, ha detto. E mentre la Francia si trova nel mezzo di una crisi istituzionale ed economica, il presidente prepara il contrattacco. Secondo indiscrezioni, Macron annuncerà entro 24 ore la nomina di un nuovo premier. Tra i nomi in lizza figurano Bernard Cazeneuve, ex primo ministro, e l’attuale ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu, considerato una figura in grado di dialogare sia con il Rassemblement National che con il Partito Socialista. Intanto, le critiche nei confronti del presidente si moltiplicano. Marine Le Pen lo accusa di essere “in gran parte responsabile” della crisi, mentre Mathilde Panot, capogruppo di La France Insoumise, ha invocato elezioni presidenziali anticipate. Il leader della sinistra, Jean-Luc Mélenchon, ha aggiunto: “Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non durerà tre anni”. La Francia attende ora il discorso televisivo del presidente, previsto per domani sera, che potrebbe segnare una nuova fase nella crisi politica.


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