Bucci vince in Liguria, ma a trionfare è l’astensione
Lo spoglio delle regionali in Liguria è stato lungo un testa a testa, ma alla fine a conquistare la poltrona di governatore, tra sorpassi e controsorpassi, è stato il sindaco di Genova Marco Bucci, candidato del centrodestra. I voti di scarto sono pochi, una manciata e i capovolgimenti di fronte sono stati i veri protagonisti di uno scrutinio mozzafiato che hanno fatto parlare gli avventori nei pressi dei seggi di una partita finita ai rigori. A guardare i numeri, considerando che si tratta di un’elezione regionale, sarebbe infatti più opportuno parlare di un pareggio. Resta il fatto che chi confidava in un esito differente sulla scorta dell’inchiesta che ha portato alle dimissioni di Giovanni Toti, alla prematura conclusione della sua seconda esperienza amministrativa nella regione e alle elezioni anticipate si è dovuto ricredere. Anche se di misura, quella di Marco Bucci è e resta una vittoria. La vittoria di un modello, quello Genova, che tanto ha fatto parlare bene di sé e della sua gestione all’indomani del drammatico crollo del Ponte Morandi. La vittoria del centrodestra sull’esperimento del campo largo, contraddistinto dai veti incrociati che a sinistra si sono riusciti a imporre addirittura tra partiti alleati a sostegno dell’esponente del Partito Democratico Andrea Orlando. La vittoria della Liguria che, tornando all’inchiesta che ha coinvolto l’ex governatore Giovanni Toti, non ha creduto alla narrazione dei soliti duri e puri che da sinistra hanno urlato alla necessità di un cambiamento radicale per invertire una fantomatica rotta che avrebbe danneggiato la regione e tutti suoi cittadini. Ma questo voto rappresenta anche una sconfitta per tutti i candidati e tutti i partiti, perché se alle urne si recano meno della metà degli aventi diritto c’è evidentemente qualcosa che non va. E sia chi ha vinto che chi ha perso dovrebbe prenderne atto. L’affluenza ai seggi non arriva al 46%, segnando un calo di quasi 7 punti e mezzo rispetto al 2020. A Imperia e Savona si registra un vero e proprio crollo pari rispettivamente a 12 e 11 punti percentuali. Una circostanza dovuta certamente al maltempo che ha imperversato sull’intera regione negli ultimi giorni, ma che comunque non è in nessun caso giustificabile esclusivamente con le condizioni climatiche avverse. Insomma, a ben guardare, soprattutto alla luce della strettissima forbice che ha separato Marco Bucci e Andrea Orlando e che ha fatto prevalere il primo veramente per pochissimo, sarebbe, lo ribadiamo, più opportuno parlare di un pareggio. Anzi, di una vittoria dell’astensione. Ma come detto prima è come è giusto che sia in ogni competizione elettorale, un vincitore c’è ed è il candidato del centrodestra. La coalizione tiene così la regione, nonostante gli scandali e le inchieste giudiziarie, ma questo risultato, apparso a un certo punto, quando la situazione sembrava compromessa, come un vero e proprio miracolo deve far riflettere. Sia per quanto riguarda la Liguria che in vista delle regionali che si terranno il 17 e 18 novembre in Umbria ed Emilia Romagna. E una riflessione servirà certamente anche a livello nazionale, perché questo risultato potrebbe rappresentare anche l’inizio di una ripresa del centrosinistra con i dem a fare da traino.
Per quanto riguarda le liste, infatti, il primo partito è il Pd che quasi doppia Fratelli d’Italia che si attesta attorno al 15%, complice probabilmente anche l’alto numero di consensi conquistato dalla lista civica di Bucci che supera sia la Lega che Forza Italia. Se il partito di Matteo Salvini, dimezza le proprie percentuali rispetto alle precedenti elezioni fermandosi all’8,5%, gli azzurri ne guadagnano circa 2,5, la stessa percentuale che, invece, il Movimento 5 Stelle perde proprio a casa del garante Beppe Grillo, scendendo sotto il 5% in Liguria in uno dei momenti più tragici nella storia dei pentastellati.
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