Bryan Johnson e il prezzo dell’immortalità
Una vita spesa nel tentativo di non morire, questo il prezzo dell’immortalità di Bryan Johnson. Una vita di regole ferree, trasfusioni di sangue e una routine che rende impossibile qualsiasi forma di socialità. Una vita alla ricerca di chissà quale formula alchemica dell’eterna giovinezza. Non è la trama di un film di Cronenberg ma la storia di un multimilionario del tech ormai famoso in tutto il mondo per la sua missione/ossessione di afferrare la giovinezza e rinchiuderla in una ampolla da laboratorio.
Sveglia alle 4.30, consumo di tutti i pasti entro le undici del mattino, niente alcool, trattamenti di luce led e lunghe sedute di onde elettromagnetiche per rafforzare il pavimento pelvico. A letto ogni sera alle 20.30, rigorosamente da solo. Due milioni di dollari l’anno se ne vanno così, in trattamenti sperimentali, visite specialistiche, farmaci e un’equipe di 30 medici che lo segue in un folle protocollo di trasfusioni di plasma dal figlio diciassettenne. A luglio scorso il miliardario, dopo aver controllato una serie di biomarcatori presenti nei suoi fluidi, ha dovuto riconoscere che le trasfusioni non avevano apportato “nessun particolare beneficio” decidendo così di sospenderle.
Le valanghe di critiche e odio sui social non lo hanno mai fermato: da due anni Johnson mette appunto questa rigida disciplina di vita, questo sistema che lui chiama “Blueprint“, di cui riporta online tutti i dati e parametri. Il suo obbiettivo è non morire, ma anche convincere quante più persone possibile a seguire il suo esempio (per la modica cifra di 1.6 milioni di dollari l’anno). Johnson non è sempre stato così, è approdato a questo “stile di vita” da condizioni psicologiche ed economiche critiche: dopo che, nel 2013, ha venduto Venmo, la sua società, a PayPal per 800 milioni di dollari, ha trascorso gran parte del decennio successivo autodistruggendosi, tra alcool, disturbi alimentari e depressione.
Oggi si definisce “l’essere umano più misurato del mondo”, visto che un team di medici ed esperti sanitari monitora costantemente il suo corpo, dai livelli di colesterolo alla lunghezza dei telomeri, i “cappucci” del DNA che impediscono ai nostri cromosomi di sfilacciarsi. Ovviamente anche l’alimentazione ha un’importanza centrale: assume ogni giorno dosi massicce di verdure e alimenti antiossidanti come broccoli, cavolfiori, funghi, lenticchie, semi, frutti rossi, cioccolato belga extra fondente e pollo grigliato.
Dopo due anni, anche se il regime sembra andare nella direzione sperata (i suoi biomarcatori – forza, densità ossea e spessore dei capelli – sono eccezionali per un uomo di 45 anni) l’invecchiamento biologico non sta rallentando in alcun modo significativo.
Vita orrenda a parte, forse l’impegno di Johnson non è semplicemente il capriccio di un miliardario. I suoi risultati potrebbero infatti portare benefici all’intero genere umano. Quest’uomo ricco e potente sta dedicando tutte le proprie risorse alla risoluzione del problema più insormontabile della nostra esistenza. Un problema (quasi) altrettanto insormontabile come quei problemi che nel corso dei secoli siamo riusciti a risolvere o quantomeno ad aggirare: oggi viaggiamo nello spazio, attraversiamo i cieli in poche ore e abbiamo posticipato la nostra fine di numerosi decenni. Forse non vivremo per sempre ma non è escluso che, anche grazie al contributo di persone come Johnson, arriveremo a vivere più di 100 anni.
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