Storie

British Party in Sicilia – Nelson e il Marsala: una scelta strategica

di Piero Cascone -


La decisione di Horatio Nelson di preferire il Marsala al rum tradizionalmente consumato dai marinai della flotta inglese non fu casuale. Il rum, pur essendo una bevanda energizzante e calorica, tendeva a causare eccessi e a compromettere l’efficienza dell’equipaggio nelle delicate operazioni militari. Il Marsala, al contrario, offriva un equilibrio perfetto: era un vino fortificato, quindi stabile e resistente ai lunghi viaggi, ma con un grado alcolico più moderato rispetto al rum. Nelson comprese che con il Marsala, non solo garantiva un approvvigionamento sicuro e di qualità per la sua flotta, ma migliorava anche l’efficienza operativa dei suoi uomini, un elemento cruciale durante le campagne navali contro la Francia. Questa intuizione si rivelò strategica: il Marsala divenne un prezioso alleato, accompagnando le navi inglesi in alcune delle imprese più celebri. Nel frattempo, la fama del vino siciliano cresceva, legando indissolubilmente il nome di Nelson a quello di Marsala e contribuendo a esportarne la reputazione ben oltre i confini italiani. La storia del Marsala, uno dei vini liquorosi più celebri al mondo, comincia nel XVIII secolo grazie all’intuizione di un commerciante inglese, John Woodhouse. Arrivato in Sicilia, Woodhouse si rese conto che i vini locali avevano un potenziale straordinario, ma anche una fragilità che li rendeva inadatti a sopportare lunghi viaggi verso l’Inghilterra. Fu allora che gli venne un’idea: aggiungere una dose di brandy per “fortificare” il vino e preservarne le qualità durante il trasporto. Il risultato fu sorprendente: ne nacque un vino liquoroso, simile allo sherry o al porto, ma con un carattere unico, legato ai profumi e ai sapori delle terre siciliane. Quel primo esperimento segnò l’inizio di una lunga epopea che avrebbe portato il Marsala a diventare un’eccellenza in tutto il mondo. L’ascesa del Marsala non fu un caso. Tre uomini ebbero un ruolo determinante nella sua affermazione: Napoleone Bonaparte, Horatio Nelson e Joseph Whitaker. Nel contesto delle guerre che devastavano l’Europa tra Settecento e Ottocento, il Mediterraneo era un teatro strategico cruciale. Le battaglie navali rendevano pericolosi i commerci e le navi spesso dovevano affrontare lunghi tempi di attesa nei porti, dove derrate alimentari e vino rischiavano di deteriorarsi. A cambiare le sorti del conflitto e del commercio fu Horatio Nelson. Dopo aver sconfitto i francesi nella battaglia di Abukir (1798), decise di rifornire le sue navi con il Marsala, considerandolo un’alternativa superiore al rum. Questo diede al vino siciliano una visibilità straordinaria, aprendo la strada a nuovi mercati e a un’epoca di prosperità per i produttori della Sicilia occidentale. Joseph Whitaker, membro di un’importante famiglia inglese stabilitasi a Marsala, fu il terzo protagonista di questa storia. Contribuì a modernizzare le tecniche di coltivazione e vinificazione, trasformando il Marsala in un prodotto ancora più raffinato e in linea con i gusti internazionali dell’epoca. Il Marsala non è solo un vino, ma un simbolo del legame storico tra la Sicilia e l’Inghilterra. La terra siciliana, con i suoi terreni aridi e il sole intenso, ha sempre avuto una vocazione unica per la viticoltura. L’arrivo degli inglesi, con il loro spirito imprenditoriale e il desiderio di valorizzare le risorse locali, fu la scintilla che permise a questa vocazione di esprimersi al massimo. La storia del Marsala ci racconta di un’epoca in cui il commercio era motore di incontri e scambi culturali. Gli inglesi, lontani dalle loro terre, trovarono in Sicilia un luogo in cui investire e un popolo con cui collaborare. Il risultato fu un prodotto che univa la tradizione enologica siciliana e l’abilità imprenditoriale britannica. Oggi il Marsala continua a essere un’eccellenza, non solo per le sue qualità organolettiche, ma anche per il valore storico e culturale che rappresenta. Celebrare gli inglesi in Sicilia significa riconoscere l’impatto positivo che il loro passaggio ha avuto su quest’isola e il Marsala ne è un esempio. La sua tradizione vive ancora, portata avanti da produttori che, pur nel rispetto della storia, guardano al futuro. In un mondo sempre più globalizzato, il Marsala resta un simbolo di eccellenza locale con un respiro internazionale.


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