Politica

Breton lascia, la Lega esulta: “Ottima notizia”

di Giovanni Vasso -

Thierry Breton


Thierry Breton non sarà più commissario Ue e la Lega, di sicuro, non si strappa i capelli. Anzi, secondo gli esponenti del Carroccio, il fatto che il politico-imprenditore francese, carissimo a Macron e inviso a Musk, non sarà della partita per la prossima Commissione, rappresenta “una buona notizia per tutti coloro che in Europa e nel mondo hanno a cuore il sacrosanto principio della tutela dell’informazione libera e della libertà d’espressione”. Parole dure quelle che, in una nota, ha utilizzato Paolo Borchia, capodelegazione Lega a Strasburgo, per commentare quella che è la notizia del giorno a Bruxelles e oltre. “La Lega ha sempre combattuto e contrastato le politiche di limitazione delle libertà dei cittadini portate avanti da lui e dalla Commissione europea, e rivendichiamo con orgoglio di essere stati l’unico partito italiano a opporsi al pericoloso Dsa, che rischia di essere strumento di censura verso chi la pensa diversamente da Bruxelles”, ha affermato Borchia. Che ha aggiunto: “Il triste epilogo della vicenda Breton, con gli stracci che volano tra lui e Ursula Von der Leyen, ci rivela che non solo erano incapaci e ideologici: sono anche litigiosi”.

Le accuse che la Lega rivolge, ancora una volta, a Breton riguardano i provvedimenti che l’Europa ha inteso assumere con l’approvazione del Digital Services Act per il contrasto alle fake news. Tra le regole, oltre al contrasto ai contenuti generati con l’intelligenza artificiale, l’imposizione di parametri direttamente dall’Ue a pena dell’irrogazione di sanzioni molto salate alle piattaforme con più di 45 milioni di utenti attivi sul mercato europeo. Una norma che ha fatto molto discutere nei mesi scorsi perché, dall’opposizione tra cui anche dalle parti della Lega, si ventilava il rischio di una censura dall’alto.


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