Hot parade
Sale: Paolo Maldini. Possono dire, e fare, quello che vogliono. La verità, però, è solo una: Paolo Maldini è il Milan (e pure il calcio) e il Milan è Paolo Maldini. Non è andato alla festa dei 125 anni. Del resto, che ci andava a fare dal momento che la società l’ha cacciato e sta lavorando (ma non ditelo ad alta voce) per demaldinizzare l’ambiente. Lui non fa un plissé e sui social ha parlato ai tifosi: “Tanti auguri, Milan! Nessuno potrà mai scalfire questo legame, la storia è memoria!”.
Stabile: Jamie Foxx. Festa movimentata, fin troppo, quella per i 57 anni dell’attore Jamie Foxx in un ristorante di Los Angeles. Dal tavolo a fianco prima volano contumelie e, infine, arriva un bicchiere che si schianta proprio sul faccione dell’attore e cantante già sodale di quell’altro bel tomo di Kanye West. Sono stati necessari dei punti di sutura per riparare alla ferita, ma per la figuraccia, invece, occorrerà molto più tempo.
Scende: Roberto Gualtieri. Dopo la crisi abitativa, dopo l’overtourism scattato prima ancora che inizi il Giubileo, dopo lo sprofondo della capitale nella classifica della qualità della vita, al sindaco con la chitarrina gli mancava solo la polemica musicale (ma che, davero?!?) con l’artista (aridaje) Tony Effe. Prima ingaggiato poi rimbalzato. Prima fortemente voluto per avvicinare i gggiovani (abbasteno tre g?) poi cacciato perché i vecchi si sono rizelati. Tutta pubblicità per il sedicente rapper che guadagna, in visibilità e engagement social, senza doversi nemmeno prendere la briga di morir di freddo a Capodanno. Chapeau.
*di Simone Donati
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