Hot parade
Sale: Eleonora Giorgi. Eterna adolescente, lieve come uno zefiro: se n’è andata sconfitta solo da una lunga malattia. Eleonora Giorgi è stata il sogno. No, non inteso come il poster attaccato alla parete, la donna da calendario. Il sogno e la leggerezza di un Paese che, negli anni ’80, voleva vivere davvero. L’ingenuità di un’Italia che, pur di scrollarsi da dosso quell’odiosa cappa di piombo in cui aveva vissuto per anni e per fuggire dal destino bottegaio delle olive greche, era disposta pure a infilarsi una vestaglia di seta e a inventarsi rotte di viaggio su cargo inesistenti ma battenti bandiera liberiana. Addio, Nadia.
Stabile: Cristiano Ronaldo. Totò Di Natale certi rischi non li ha mai corsi. Da Udine non scendeva mai a giocare contro il “suo” Napoli. Visto mai dovesse fargli gol e pigliarsi il lisciabusso degli amici e parenti che aveva lasciato colà. Ma CR7 che non va in Iran lo ha fatto per un’altra ragione: scansarsi cento frustate per adulterio poiché baciò in fronte un’artista disabile. La sharia non guarda in faccia a nessuno, manco ai Goat.
Scende: Coriandoli. Madò, come ci siamo intristiti. La Società italiana di medicina ambientale ha chiesto ai sindaci di vietare coriandoli e stelle filanti di plastica perché ci impiegano troppo tempo a biodegradarsi. Magari faremo festa buttandoci appresso le mascherine che ancora teniamo a casa dall’epoca del Covid. Quelle chissà quanto tempo ci metteranno a biodegradarsi, prima di ogni altra cosa, nel nostro stesso cervello.
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