Hot parade
Sale: Coca Cola. Bevi la Coca cola che ti fa bene, cantava quello lì. La multinazionale è stata costretta a ritirare decine di lotti di lattine, bottiglie per potenziale rischio chimico dato dalla presenza di clorato. I richiami hanno interessato Belgio, Olanda e Lussemburgo, si potranno estendere a Francia, Germania e Regno Unito. Intanto l’Ue ha diramato un’allerta in Danimarca, Portogallo e Romania. Il clorato che deriva da sostanze utilizzate per il trattamento delle acque, potrebbe danneggiare la funzione tiroidea specialmente nei bambini. Massima attenzione.
Stabile: Jannik Sinner. Di fronte all’invito al Quirinale, il tennista santificato da un Paese talmente disperato da essere alla continua e costante ricerca di eroi, ha opposto (di nuovo) un rifiuto. Ha vinto gli Australian Open, si parla di lui come di una sorta di santo laico (chiaramente laico) che riscatta l’orgoglio della solita Italietta che, per cercare occasioni di gloria, deve rifugiarsi nello sport. Epperò, se accetti di essere l’idolo della Nazione, qualche dovere pur dovresti averlo. E invece niente. L’ennesimo bidone tirato a Mattarella, non è la prima volta. L’ennesimo schiaffo agli italiani che lo idolatrano in tutto il suo splendore austro-ungarico.
Scende: Bill Gates. “I ricchi non devono intromettersi nelle questioni politiche dei Paesi”. L’ha detto Bill Gates. Sì, proprio lui, quello che finanziava l’Oms e ispirava Agende globali e altre amenità. Sì, quello che ha donato 50 milioni di dollari a Kamala (guarda un po’) e mo’ se la piglia con Musk perché sta dall’altra parte. La solita vecchia storia, a cui nemmeno Bill e neanche adesso che pur con difficoltà una sorta di tregua con The Don è stata sancita, si riesce a sottrarre.
*di Simone Donati
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