Hot parade
Sale: Beppe Grillo. “Si muore più traditi dalle pecore che azzannati dal lupo”. Certo, non è proprio originalissima, puzza anzi di quei meme alla buongiornissimo caffé. Ma Beppe Grillo, l’estinzionista del M5s, rifila lo sganassone ligure al buon Giuseppi dopo il flop Regionali. E gli dà, in una, del vile e del traditore, riservando a sé la virtù del coraggio e il vizio dell’ingenuità. Se lo avesse preso a schiaffi, in grillovisione, gli avrebbe fatto meno male.Ops.
Stabile: Kim Jong-un. Occhio, che se c’ha paura perfino lui è forse il caso che iniziamo a nutrire qualche timore anche noi. I sudcoreani dicono che il capo della Corea del Nord teme di essere assassinato. Avrebbe aumentato le misure di sicurezza. Sta preoccupato e si teme che perda il controllo. Epperò attenti a farlo sbarellare. Quello lì non sbraita, quello c’ha i missili. Occhio che a premere un pulsante, quando tutto diventa scuro, non ci vuol niente, eh.
Scende: Urbano Cairo. Il Toro mette le Ali. Red Bull parrebbe intenzionata ad acquistare il Torino, così eviterebbe pure la fatica (e le contestazioni) del cambio simbolo. Lui, però, Urbano Cairo – uno che a Torino è amato quanto una verruca e viene contestato un giorno sì e l’altro pure – smentisce tutti i titoloni apparsi ovunque bollando le notizie diffusi da altrui (e non dal suo amatissimo Corsera) come falsità. Epperò le banche d’affari fervono, frizzano. Più che la squadra, o meglio oltre al club, gli austriaci vogliono lo stadio. E in Italia non è facile ottenerlo. Chissà come finirà.
*di Simone Donati
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