Strage di Erba, confermata condanna di Azouz
Aveva detto “indagate sulla famiglia. Mio figlio Youssef conosceva l’assassino. Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che fosse qualcuno che voleva l’eredità di mia moglie”. E così che ha gettato inquietanti ombre su due fratelli che, in un colpo solo, hanno perso la mamma, la sorella e il nipotino nella strage di Erba. Ora i giudici hanno confermato in via definitiva la condanna per diffamazione di Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e papà del piccolo Youssef, uccisi nella mattanza dell’11 dicembre 2006, e disposto un risarcimento di 70mila euro nei confronti dei cognati Beppe e Pietro Castagna. Si chiude dunque il tentativo del tunisino di annullare la sentenza emessa già in primo grado, dal giudice di Como Veronica Dal Pozzo, che aveva condannato Marzouk a due anni e mezzo di carcere, ritenendo la condotta diffamatoria del marito e padre delle vittime “di gravità estrema”, con insinuazioni che hanno alimentato la corrente innocentista sulla strage di Erba, e la denigrazione delle parti offese “già una prima volta stravolte dall’efferato omicidio dei loro familiari, e nuovamente travolte dalla impressionante risonanza mediatica delle infondate accuse a loro rivolte”. Il riferimento, appunto, è agli ex cognati del tunisino, sui quali in questi anni si sono addensati i sospetti della schiera di innocentisti, diventati una sorta di macchina del fango, come ha sostenuto l’avvocato dei Castagna, Massimo Campa, nella prima udienza di revisione del processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per aver massacrato nella strage di Erba Raffaella e il suo bimbo Youssef, la madre Paola Galli, la vicina di casa Valeria Cherubini e per il tentato omicidio del marito di quest’ultima, Mario Frigerio, salvo per miracolo grazie a una malformazione della carotide. “Pietro Castagna ha subìto diffamazione, accuse infamanti per le quali ha perseguito tutti, compresa Rosa Bazzi e vari leoni da tastiera. Fino adesso ne abbiamo fatti condannare 26. Ci sono persone che lo hanno accusato di aver ucciso sua madre, sua sorella e suo nipote. Si vergognino. Chiedano scusa”, aveva sottolineato il legale dei Castagna il primo marzo scorso, chiedendo alla Corte d’Appello di Brescia di confermare le condanne dei coniugi Romano.
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