Economia

Arriva il bonus 100 euro ma i consumi sono fermi

di Giovanni Vasso -

I supermercati del marchio Esselunga aderiscono al trimestre anti-inflazione sul carrello della spesa promosso dal governo e associazioni di categoria a Milano, 2 ottobre 2023. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI


Arriva il bonus da cento euro per sostenere i consumi. E arriverà, chiaramente, a Natale. Insieme alla tredicesima. Ieri mattina, l’Agenzia delle Entrate ha illustrato quali saranno le procedure per ottenerlo. E dall’erogazione del bonus il governo si aspetta tanto. Quantomeno un rilancio dei consumi. Che, come riferito in aula nei giorni scorsi dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, sono più o meno stagnanti. Le famiglie non spendono perché, ha affermato l’inquilino di via XX Settembre, forse sono scottate e impaurite da ciò che ascoltano in tv o leggono in giro per il web. Ma l’Istat, proprio ieri mattina, ha raccontato nel report dedicato proprio ai consumi le ragioni della nuova propensione degli italiani a non spendere. La spesa pro capite, difatti, sale sotto il profilo nominale ma scende, rovinosamente, sul fronte reale. In pratica, anche nel 2023, s’è speso di più per acquistare di meno. Un disastro figlio della stagione del post-Covid prima e delle guerre, poi. O, forse, sarebbe meglio dire degli choc sulle catene d’approvvigionamento prima e sul mercato energetico poi.

I numeri Istat lasciano pochi spazi ai dubbi. Nel 2023 la spesa media per consumi di ogni famiglia è salita del 4,3% in termini nominali (e cioè di esborso) per scendere dell’1,5% in termini reali (quindi di potere d’acquisto effettivo). L’esborso medio mensile è stimato in 2.738 euro, in salita rispetto all’anno precedente quando s’era attestato a 2.625 euro. Poco meno di un quinto dell’intera spesa mensile (19,6%) è legato all’acquisto di generi alimentari, bibite e bevande analcoliche in genere. Un aumento del peso totale rispetto alla spesa che è dovuto anche agli aumenti dei prezzi dei cibi pronti e altri prodotti alimentari pronti (+15,5%, 34 euro mensili), oli e grassi (+12,9%, 17 euro), ortaggi, tuberi e legumi (+12,2%, 69 euro), latte, altri prodotti lattiero-caseari e uova (+11,9%, 65 euro), zucchero, prodotti dolciari e dessert (+9,6%, 23 euro), cereali e prodotti a base di cereali (+9,3%, 83 euro). Per la carne, che da sola rappresenta il 21,0% della spesa alimentare, l’aumento è stato del 6,7% (111 euro mensili nel 2023). Un salasso vero e proprio. Che, se possibile, non è stato nemmeno il peggiore. I ristoranti e gli alberghi (complice anche la retorica non sempre fondatissima dell’overtourism) hanno messo a referto aumenti medi a doppia cifra: la media nazionale è +16,5% con impennate fuori controllo registratesi al Sud (82 euro al mese, +25,7%) e nelle Isole (90 euro, +20%). Questo è uno dei pochissimi comparti che non soltanto ha recuperato rispetto al periodo Covid ma che, addirittura, ha visto incrementare i propri affari. Su livelli divenuti insostenibili al punto che la ristorazione è in crisi e pure in Italia le prime crepe, specialmente nel settore del fine dining, iniziano a manifestarsi.

Questo lo scenario 2023. In cui l’inflazione si fa ancora sentire e impoverisce gli italiani agendo sui livelli dei prezzi. E inducendo le famiglie, che già dai tempi della pandemia e lockdown hanno dovuto attingere (copiosamente) ai loro risparmi, a non spendere più del necessario. Così facendo, però, si assiste a un colpo di coda che si abbatte sul Pil. L’economia non gira. E per il ministro Giancarlo Giorgetti e per il governo trovare risorse per far fronte alle imposizioni Ue legate al Patto di Stabilità diventa ancora più difficile. Pertanto, la notizia della conferma del bonus da 100 euro per i lavoratori assume una valenza strategica. Per queste ragioni l’Agenzia delle Entrate ha specificato quali saranno le modalità per richiederlo: occorrerà farne domanda direttamente al proprio datore di lavoro che lo erogherà insieme alla tredicesima. I requisiti non sembrano molto accoglienti: reddito complessivo non superiore a 28mila euro, coniuge e almeno un figlio a carico, avere capienza fiscale ossia essere gravati da un’imposta lorda sui redditi da lavoro dipendente di importo superiore a quello della detrazione per lavoro dipendente. C’è la possibilità, per chi non presenterà la solita autocertificazione attestante i requisiti, di ottenerlo lo stesso, in sede di dichiarazione dei redditi 2024 e, quindi, di incassarlo nel 2025. Basterà a sostenere i consumi?


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