Attualità

Bombe israeliane a 3 km da base italiana in Libano

di Angelo Vitale -


L’esercito israeliano ha lanciato tre diversi attacchi di artiglieria contro una postazione situata a tre chilometri dalla base di Shama, nel sud del Libano che è anche base italiana del Comando del Settore Ovest dell’Unifil, la missione di pace delle Nazioni Unite nel Paese dei Cedri.

I bombardamenti non hanno provocato vittime né danni materiali alla base italiana. L’Idf, dicono le fonti, ha preso di mira le aree di Tayr Harfa, Jebbine e Yarin, che si trovano a circa tre chilometri dalla base di Shama. Lo scontro a fuoco con i guerriglieri Hezbollah in queste zone è stato segnalato più volte nell’ultimo mese, con ripetuti lanci di missili anticarro e raid di droni dall’inizio della guerra contro Hamas. Il contingente italiano attivo in Libano è nella base composto da oltre mille soldati. Il compund già un mese fa era stato colpito da un simile attacco.

Ieri il comandante di Unifil, generale Aroldo Lazaro Saenz, aveva incontrato il presidente del parlamento Nabih Berry e il primo ministro uscente Nagib Mikati, affermando poi di aver espresso loro la sua “profonda preoccupazione per la situazione nel sud del Paese e il rischio di un’estensione e di un’intensificazione delle ostilità”.

“La risoluzione 1701 è attualmente in fase di sperimentazione, ma i suoi principi di sicurezza, stabilità e ricerca di una soluzione a lungo termine rimangono validi”, ha detto il generale Lazaro, sottolineando che “le attuali priorità dell’Unifil sono prevenire l’escalation, preservare la vita dei civili e garantire la sicurezza delle forze di pace”.

Di fronte al rischio di escalation, le autorità libanesi hanno più volte ribadito il loro impegno per la stabilità e l’attuazione della Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, al fine di prevenire una guerra aperta che distruggerebbe il Paese. Questa risoluzione ha permesso di porre fine alla guerra tra Hezbollah e Israele nel luglio 2006 e ha previsto il massiccio dispiegamento dell’esercito libanese nel sud del Libano.

Nabih Berry, dal canto suo, aveva messo in guardia contro “il nemico israeliano che continua a intensificare la sua aggressione, prendendo di mira ripetutamente civili, giornalisti e soccorritori”. E ricordato che Israele ha minacciato Beirut e ha messo in guardia dal “rischio di espansione della guerra israeliana nella regione”.

Quanto a Nagib Mikati, ha ringraziato l’Unifil per tutti questi “sacrifici”, riferendosi in particolare al casco blu ferito alla frontiera. Ha inoltre accolto con favore gli sforzi intrapresi dalla forza internazionale per “ridurre le tensioni e prevenire il più possibile l’aggravarsi degli scontri lungo la Linea Blu”. 

Domenica scorsa l’Unifil aveva annunciato che colpi provenienti da una “fonte non identificata” avevano ferito uno dei suoi soldati.


Torna alle notizie in home