Bollino rosso, Sud a secco. Stato emergenza in Calabria, in Sicilia la Marina per l’acqua
La nave Ticino (Archivio Foto Difesa)
Bollino rosso sulla circolazione stradale, densissime nubi di preoccupazione sulla situazione idrica nel Mezzogiorno a secco. Stato di emergenza in Calabria, in Sicilia una nave della Marina Militare prova a mitigare una situazione al collasso, il governatore Renato Schifani attacca espressamente chi lo ha preceduto per necessità inevase negli anni. Non fa nomi, ma sulla sua poltrona lo ha preceduto il ministro della Protezione civile Nello Musumeci.
Si è perso ormai il conto delle stime meteo che virano verso l’allerta: l’ultimo weekend di luglio – dicono quelle di oggi – si preannuncia tra i più caldi dell’anno, con il termometro che toccherà picchi di 40 gradi e milioni di italiani in viaggio verso le mete di villeggiatura. L’Anas, per l’occasione, ha sospeso le attività di 906 cantieri fino a settembre.
Le preoccupazioni più forti, per la siccità che stringe il Sud. Stato di emergenza regionale in Calabria, in particolare, per la situazione nel Crotonese e nel Reggino. L’allarme dell’Anbi prevede che tra tre settimane non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Sud e evidenzia la tragicità della situazione della Sicilia fotografata dagli animali abbattuti per l’impossibilità di dissetarli.
Monta la polemica politica dei Verdi: Angelo Bonelli chiede alla premier Giorgia Meloni di “dichiarare lo stato di crisi climatica”. In soccorso economico della Sicilia la Conferenza Stato-Regioni riconosce “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali”: servirà a deroghe e aiuti.
Ma l’acqua, nell’isola, manca. Sono 6 i bacini (su 29) che non hanno più acqua utilizzabile, altri 6 ne hanno disponibile meno di un milione di metri cubi e 4 meno di due milioni. Per questo, Gela non potrà ricevere più alcun genere d’irrigazione. Tutti i comuni della provincia di Caltanissetta stanno subendo riduzioni nella distribuzione idrica. Nella città di Enna a secco l’acqua potabile viene erogata un giorno sì e due no. In provincia di Agrigento si prova a salvare gli agrumeti, trasferendo le risorse irrigue verso i campi. Nel Ragusano le sorgenti sono quasi a secco. Analoga situazione a Messina. L’acqua è razionata anche a Palermo, nel capoluogo di regione.
Non sufficiente per tutti, ma utile, dal primo pomeriggio di ieri è approdata nel porto di Licata la nave cisterna “Ticino” della Marina militare con un carico di 1.200 metri cubi di acqua destinati ad aiutare l’area dell’Agrigentino e di Gela. L’acqua trasportata dalla nave è stata immessa nella rete idrica: serviranno circa 25-30 ore per rifornire il Comune, consentendo di dirottare risorse verso altri centri della zona colpiti dall’emergenza.
Il governatore siciliano Renato Schifani ringrazia solo, per la “Ticino”, il ministro della Difesa Guido Crosetto. E sbotta: “Abbiamo pianificato e avviato un vasto programma di interventi per rendere più efficiente il servizio idrico, opere che la Sicilia attende da troppo tempo e che incomprensibilmente non sono state avviate da chi ci ha preceduto”.
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