Politica

Bocciagate, la telenovela va avanti e la Corte dei Conti apre un’indagine

di Lino Sasso -


Se da un lato il Bocciagate si è risolto, per modo di dire, con le dimissioni di Sangiuliano, resta adesso da capire a cosa mirano le nuove mosse di Maria Rosaria Boccia, puntualmente attese dagli oltre 100 mila follower che hanno iniziato a seguirla da quando è scoppiato il caso. Le finalità che ancora in queste ore spingono la quarantunenne di Pompei a punzecchiare di continuo l’ex ministro, dopo il nuovo battibecco a mezzo social con la presidente del Consiglio sabato scorso, non sono note, così come ancora non è chiaro se sia tutta farina esclusivamente del suo sacco o se, come più di qualcuno ipotizza, dietro ci sia una manovra e, quindi, un manovratore. Ma ciò di cui si ha sempre più certezza è la sistematicità e la modalità delle sue uscite, tutte meditate e studiate. Inizialmente centellinate sulla sua pagina Instagram, poi deflagrate in interviste a carta stampata e programmi televisivi. E poi di nuovo a mezzo social, sempre con l’aggiunta di qualche nuovo dettaglio mai chiaramente esplicitato, come a voler tenere alta l’attenzione sul Bocciagate anticipando una nuova puntata. Chi immaginava che dopo le dimissioni di Sangiuliano queste provocatorie uscite avrebbero subito uno stop si sbagliava. A quanto pare, l’obiettivo di Maria Rosaria Boccia, qualsiasi esso sia, non è stato raggiunto con l’addio del ministro alla propria poltrona e lo stillicidio di notizie e non notizie da far trapelare prosegue, come gli affondi nei confronti di Sangiuliano, inizialmente rivolti verso il suo profilo istituzionale, poi indirizzati anche alla sua vita professione. La Boccia, accusandolo senza mezzi termini di non dire la verità, ha messo in discussione l’opportunità di un suo incarico di rilievo una volta rientrato in Rai. Nel frattempo, come annunciato già la scorsa settimana, da non sottovalutare è l’avvio degli approfondimenti da parte della Corte dei Conti ufficialmente partiti dagli uffici dei magistrati contabili del Lazio per verificare eventuali profili di danno erariale imputabili all’ex ministro.


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