Attualità

Boccia Gate, ecco perché adesso la pompeiana rischia sette anni di prigione

di Rita Cavallaro -


Alla pompeiana del Boccia Gate le perquisizioni e i sequestri hanno fatto un baffo. Anzi, è di nuovo “operativa”, come lei stessa ha scritto sul suo profilo Instagram, usato come una clava contro il povero Gennaro Sangiuliano. La femme fatale campana, infatti, dopo aver acquistato alcuni, sembra due, nuovi smartphone, si è scatenata sui social con post e dichiarazioni sibilline, infischiandosene della situazione, non proprio rosea, nella quale è finita. Una posizione, la sua, per nulla semplice, alla luce dei nuovi risvolti investigativi che scaturiscono dalla denuncia dell’ex ministro della Cultura, corredata da prove che sembrerebbero inattaccabili, come il selfie dello sfregio sulla fronte, che Maria Rosaria Boccia avrebbe inferto a Sangiuliano al culmine di una lite. Il gesto d’ira della pompeiana, infatti, tradotto penalmente, prevede una pena di sette anni, per lesioni a corpo politico, un reato contestato addirittura nella trattativa Stato-mafia. Gli investigatori ora passeranno al setaccio tutto ciò che il giorno della perquisizione è stato sequestrato alla Boccia. Nello specifico, i carabinieri del Nucleo investigativo hanno rinvenuto in un armadio nella casa di Pompei due cellulari, un tablet, due pc, numerose schede sim, oltre ai famigerati occhiali spia utilizzati dalla donna per effettuare video non permessi all’interno della Camera dei deputati.

Ci vorranno alcuni giorni per esaminare i dati, passati i quali la Boccia potrebbe ricevere l’avviso di comparizione ed essere convocata negli uffici di piazzale Clodio. Allo stato dell’arte, i magistrati le contestano due capi di imputazione. Il primo riguarda l’accusa di violenza e minacce a corpo politico, come descritto nell’articolo 338 del codice penale, che prevede appunto la condanna fino a 7 anni di reclusione. Nel dispositivo di perquisizione, si legge che l’indagata ha esercitato minacce idonee “a compromettere la figura politica e istituzionale di Sangiuliano” in modo “da turbare l’attività e ottenere il conferimento della nomina a consulente per i Grandi Eventi, incarico di diretta collaborazione del ministro”. L’altro reato contestato è quello relativo alle lesioni aggravate, dopo quanto è avvenuto a Sanremo nella notte tra il 16 e il 17 luglio, quando la Boccia, secondo la denuncia dell’ex ministro, lo avrebbe aggredito, presumibilmente usando le unghie, e avrebbe procurato alla vittima una vistosa ferita alla testa, tanto profonda da risultare presente nelle apparizioni televisive del politico, perfino nell’intervista al Tg1 poco prima delle dimissioni. Ma non basta. E in particolare, dopo la fine della “relazione affettiva extraconiugale” con l’ormai ex ministro, e “dopo aver appreso che la bozza di decreto di nomina firmata dal ministro era stata bocciata per volontà dello stesso Sangiuliano”, la pompeiana ha messo in atto una serie di iniziative illecite, secondo quanto emerge dalle indagini. L’imprenditrice campana, in sostanza, avrebbe contattato “ripetutamente” il titolare della Cultura, chiedendogli “appuntamenti”, peraltro tutti “rifiutati”, e avrebbe cercato anche di avere interlocuzioni con il dicastero per “conoscere gli esiti della procedura di nomina”.

Oltretutto, la Boccia avrebbe ulteriormente fatto pressioni su Sangiuliano usando un suo presunto stato interessante, secondo quanto scrivono gli investigatori, contattando, inoltre, varie volte la moglie dell’ex direttore del Tg2, con “chiari riferimenti alla sua relazione extraconiugale con il marito”. Tra le iniziative elencate, pure la pubblicazione “senza consenso, di foto private nonché immagini oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del ministero” e la divulgazione “progressiva e in modo frammentario” ai media e sui social di notizie “attinenti alla sua relazione con Sangiuliano, ai suoi rapporti con il Ministero e all’accesso a documenti di informazioni riservate, ogni volta alludendo alla disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro”.
La pompeiana, con un impalcato giudiziario di tale portata, ha poco di cui sorridere, tanto più che, secondo la procura, i reati sarebbero “ancora in corso”. Altro che post per ringraziare i fan e i “va tutto bene” con sottofondo musicale di “Io non ho paura” della Mannoia.


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