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Boban sbatte la porta: “No all’Uefa di Ceferin”

di Giovanni Vasso -

Zvonimir Boban arrives for the Best FIFA Football Awards 2019 in Milan, Italy, 23 September 2019. ANSA / MATTEO BAZZI


Tenetevi forte: Zvone Boban lascia l’Uefa e lo fa in aperta polemica con Aleksander Ceferin. L’ex leggenda del calcio croato e milanista non resterà a guardare mentre l’attuale presidente sloveno briga per ottenere un terzo mandato forzando le regole statutarie del massimo organismo della pedata europea. È una bomba. Che è deflagrata sull’asfittico dibattito politico-pallonaro europeo nella mattinata di oggi. Boban non solo ha dato il benservito a Ceferin ma lo ha accusato di voler fare dell’Uefa un suo affare privato. A nulla è servito il comunicato da Nyon in cui si spergiurava che la fine del rapporto tra Zvonimir Boban e l’attuale management del calcio europeo sia avvenuto “di comune accordo”. Una bugia. E che novità: è comunque politica.

Boban ha utilizzato parole difficilmente fraintendibili. E in una lettera aperta, ha tuonato: “Ho parlato e discusso con il presidente dell’Uefa riguardo ad un problema nato durante l’ultimo meeting dell’Esecutivo ad Amburgo”. Quale? Eccolo: “Si tratta di una proposta al Congresso di febbraio prossimo, per modificare lo statuto dell’Uefa – scrive Boban – e consentire allo stesso presidente di potersi candidare nuovamente dopo questo mandato che doveva essere il suo ultimo”. Una decisione che all’ex centrocampista di Dinamo Zagabria, Bari e Milan non è andata giù: “Dopo aver manifestato la mia più grande preoccupazione e il mio totale dissenso, il presidente mi ha risposto che per lui non c’è nessun problema legale né tantomeno etico morale e che avrebbe perseguito senza alcun dubbio la propria aspirazione”. L’ormai ex Chief of football Uefa inchioda il presidente alle sue stesse parole e responsabilità: “Paradossalmente nel 2017 è stato proprio Ceferin a proporre e avviare un pacchetto di riforme che negavano chiaramente tale possibilità: regole che dovevano proteggere l’Uefa e il calcio europeo dalla bad governance che è stata per anni il modus operandi di tutto il vecchio sistema. È stata una cosa straordinaria per il calcio e anche per Ceferin stesso. Questo distacco da quei valori cancellando le riforme più importanti e sorprendente ed è incomprensibile, soprattutto in questo momento”.

Insomma, Ceferin ha fatto la fine di Gollum. L’anello del potere, nel calcio europeo, gli ha profondamente mutato la visione delle cose: “Capisco bene che nulla è ideale, tantomeno io – scrive Boban -, e so bene che bisogna accettare la logica del compromesso, ma di fronte a questo fatto, se lo accettassi, andrei contro i principi e i valori comuni in cui credo fermamente”. Quindi il croato invita i “colleghi” dirigenti Uefa a non nascondersi dietro a un dito e a non lasciarsi vincere dalla cupiditas serviendi: “Non faccio il fenomeno, perché di certo non sono l’unico a pensarla così. In questi tre anni il rapporto e la collaborazione con Aleksander e con tutti i colleghi in Uefa è stata ottima. Li ringrazio per questo augurando loro tutto il bene possibile. Dispiace tanto ma, a malincuore, lascio Uefa”.

Da Nyon, però, la versione arriva molto molto edulcorata. “La Uefa desidera annunciare la partenza di Zvonimir Boban dall’organizzazione di comune accordo”. Certo, è un’interpretazione a dir poco estensiva dell’espressione ma tant’è: “Boban è entrato nell’organizzazione nel 2021 come Chief of Football e ha avviato diversi progetti significativi nello sviluppo tecnico, tra cui la creazione dello UEFA Football Board e dello Youth Football Forum”. La Uefa, freddamente e come di prammatica “esprime la sua gratitudine al signor Boban e gli augura buona fortuna per i suoi impegni futuri di carriera”.


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