Attualità

Blocco migranti, la polizia chiude le pagine social per i viaggi clandestini

di Flavia Romani -


Nel contesto delle operazioni di contrasto al traffico di migranti provenienti dalle rotte del Maghreb, la Polizia di Stato di Palermo, in collaborazione con la locale SISCO e sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ha avviato un’ampia attività di monitoraggio sui social network, focalizzandosi su pagine e profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per pubblicizzare i viaggi clandestini dalle coste nordafricane verso l’Italia.

A farlo sapere è stata la Polizia di Stato con un comunicato.

Le indagini, condotte anche dalla Squadra Mobile di Palermo, hanno preso le mosse dall’analisi dei modelli operativi adottati dalle organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di migranti, che si servono dei social per promuovere le proprie attività illegali e offrire servizi di trasporto ai migranti. Questa attività investigativa ha portato a risultati rilevanti.

I contenuti pubblicati da tali pagine variavano, spesso includendo offerte speciali per donne e bambini, e persino pacchetti viaggio destinati alle famiglie, per attirare nuovi “clienti”.

Grazie all’attività di monitoraggio avviata a partire da novembre, è stato possibile raccogliere informazioni fondamentali sulle aree di partenza o transito dei migranti e sulle nuove modalità di trasporto. Queste informazioni sono state utili sia per le indagini in corso sia per lo scambio di dati con le forze di polizia libiche e tunisine.

Le indagini hanno rivelato che su tali siti venivano forniti dettagli specifici sul costo del viaggio (circa 4.600 euro a persona), sulle modalità di pagamento (tramite circuiti di money transfer) e sulla tipologia del viaggio garantito (come i cosiddetti viaggi “VIP”).

Grazie alla collaborazione con META PLATFORMS INC., si è riusciti a ottenere la chiusura delle pagine utilizzate per la promozione di questo traffico illecito. Sotto il coordinamento della Procura distrettuale di Palermo, sono stati condotti accertamenti su oltre 1.000 tra pagine, gruppi e profili social, dei quali 728 sono stati già chiusi e altri sono in corso di chiusura.

Questi account erano gestiti principalmente da trafficanti attivi in Libia, ma anche in Egitto, Paese da cui, pur non partendo direttamente navi, vengono organizzati i viaggi dei migranti.


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