Biodiversità, in Toscana l’agricoltura intelligente
Contribuire ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare gli habitat e i paesaggi della Toscana. Biodiversità, in questo caso, da promuovere e tutelare con un bando che intende sostenere la coltivazione di risorse genetiche vegetali locali a rischio di estinzione o erosione genetica. Risorse, è sempre utile sottolinearlo, che non sono minacciate solo da dinamiche di mercato che prediligono le coltivazioni intensive (e più remunerate) ma che sono, ogni giorno di più come dimostrano i quasi quotidiani fenomeni metereologici estremi, insidiate dai cambiamenti climatici. Da questi messe a rischio anche perché poco diffuse, segmento di una “agricoltura intelligente” che cerca di guardare oltre il bilancio annuale da salvaguardare. Da qui, la proposta della vicepresidente e assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, per un bando in uscita entro la fine di questo mese.
“Un bando della nuova programmazione europea – spiega – che riconosce un sostegno a superficie a favore dei beneficiari che si impegnano volontariamente nella coltivazione, puntando a garantirsi un adeguato livello di reddito. Una coltivazione spesso profondamente legata alla cultura ed alla identità dei luoghi, anche possibile strumento di attivazione di micro-filiere locali ad alto valore aggiunto”.
Il Repertorio regionale e l’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, la guida per le imprese che fino al 29 settembre potranno candidarsi ad ottenere tramite il sistema informativo Artea un premio annuale ad ettaro dai 250 agli 800 euro, a fronte di un impegno di 5 anni a coltivare almeno una risorsa genetica locale di interesse agricolo e alimentare inserita nel repertorio regionale e locale. Ove già leggere le ultime ammesse a tutela equivale a sfogliare come un libro sulle tradizioni locali: Aglione, Cavolo Franscone, Granturco Trentolino, Rapa Pisana, Pomodoro Borsa di Montone, Limone e Arancio Massesi.
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