Cronaca

Bimbo in coma per il formaggio di latte crudo

di Ivano Tolettini -


Un bimbo che finisce in coma, in stato vegetativo ormai da sette anni, per avere mangiato formaggio di latte crudo che aveva provocato la malattia di Seu, con la condanna anche in Appello dei responsabili della malga trentina e il sequestro di un alpeggio in val di Rabbi, con annesso agriturismo, sempre in Trentino, per il ritrovamento dell’Escherichia coli nell’acqua utilizzata per il confezionamento del formaggio con la conseguente distruzione di 167 forme. Se gli allevatori trentini attraverso la rappresentanza di categoria tranquillizzano i consumatori affermando che le “ 350 malghe sono igienizzate e controllate” come dimostra il recente caso di malga Polinar fermata dai Nas, per contro Giovanni Mattia Maestri, padre del piccolo Mattia, continua la sua battaglia affinché anche in Italia come già accade in altre nazioni, come nella vicina Francia, i formaggi di latte crudo con media e bassa stagionatura siano vietati ai bambini anche sotto i 5 anni. “Mio figlio aveva 4 anni quando mangiò un pezzo di formaggio del caseificio sociale Due Laghi di Coredo, in Val di Non, contaminato da escherichia coli e contrasse la Seu. Siamo soddisfatti perché di recente una pediatra è stata rinviata a giudizio, mentre in Appello sono state confermate le condanne dell’ex presidente del caseificio, Lorenzo Biasi, e del casaro Gianluca Fornasari per lesioni gravissime”. I giudici di secondo grado, inoltre, hanno condannato i due a risarcire anche 600 mila euro al bambino e 200 mila euro a ciascuno genitore. “Anche in Italia va cambiata la legge – aggiunge Maestri conversando con i cronisti – perché i formaggi lavorati con latte crudo a medio-bassa stagionatura devono essere dichiarati pericolosi per i bambini, i quali dovrebbero mangiare sempre formaggi e altri latticini prodotti con latte pastorizzato come accede in molte nazioni europee per evitare ciò che purtroppo è successo al mio Mattia. I bambini possono subire conseguenze gravissime, fino a morire, sia bevendo il latte crudo che mangiando prodotti caseari a latte crudo. Bisogna essere netti e per questo lottiamo affinché sia cambiata la normativa nazionale per impedire altri casi come quello del nostro Mattia”.
Intanto, martedì mattina i carabinieri del Nas di Trento hanno sequestrate in val dei Rabbi, a malga Polinar, 167 forme di formaggio di malga con obbligo di distruzione. Lo ha ordinato il giudice dopo che i militari del Nas avevano effettuato una verifica nel piccolo caseificio montano. “Dopo il controllo, scaturito a seguito delle analisi della qualità delle acque che hanno evidenziato la presenza del batterio Escherichia Coli – spiega una nota – il sindaco di Rabbi ha emanato un’ordinanza per dichiarare la non potabilità dell’acqua con immediata chiusura dell’attività di ristorazione agrituristica e il divieto di vendita dei prodotti derivanti dalla lavorazione del latte prodotti in loco”. Subito è intervenuta la Federazione provinciale degli allevatori, presieduta da Massimo Gentili, per ribadire che questo provvedimento da una parte è la conferma dei costanti controlli che vengono eseguiti in alpeggio, mentre dall’altra parte “si punta sempre alla massima igiene, con tamponi e analisi periodici, come succede nei ristoranti, supermercati e altre attività di somministrazione alimenti a tutela dei consumatori. Su questo non transigiamo”. Il batterio dell’Escherichia coli, del resto, è il terribile nemico di chi lavora il latte fresco di malga con la necessità di approvvigionamenti idrici che siano sicuri, se del caso con disinfestazione dell’acqua con la clorificazione o i raggi ultravioletti. “Noi promuoviamo verifiche continue – osserva Gentili – per garantire la massima igiene e tracciare tutti i prodotti per garantire la qualità dei prodotti e la salute dei consumatori. I nostri iscritti sono consapevoli delle procedure di autocontrollo per tutelare la salute degli animali separando le aree sporche da quelle pulite nelle malghe”. Per questo gli allevatori trentini rassicurano sulla qualità dei prodotti di malga grazie a controlli continui e sicuri, puntando sempre alla massima igiene e sicurezza. E chi sgarra viene sanzionato con la distruzione delle produzioni casearie che non risultassero in regola. “La salute del consumatore è fondamentale per chi lavora i prodotti caseari – conclude Gentili -, sulla qualità non transigiamo”.


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