Berti (Ultima Generazione): “Il pianeta muore, non ci fermerete”
ALESSANDRO BERTI ATTIVISTA EXTINCTION REBELLION
di EDOARDO SIRIGNANO
“Preferisco alle lacrime scelte politiche nette. La differenza tra Pichetto Fratin e gli altri ministri è solo che quest’ultimo ha accettato un confronto”. A dirlo Alessandro Berti di Ultima Generazione.
L’8 agosto sarete ricevuti per la prima da un esponente del governo. Cosa chiederete?
Sarà l’apertura una negoziazione, di un dialogo. Cercheremo di capire come il governo affronterà praticamente la crisi climatica. Potrebbe, ad esempio, iniziare a togliere fondi pubblici per forme di sviluppo dannose. È l’obiettivo che stiamo portando avanti da mesi. Con la campagna “non paghiamo il fossile” chiediamo che i soldi degli italiani vengano spesi in un altro modo. Occorre ridurre sussidi diretti, tramite le tasse e indiretti, mediante agevolazioni, che vanno a sostenere circuiti riguardanti i combustibili fossili.
Non vi sembra strano sedervi allo stesso tavolo di chi vi ha denunciato?
Mi sembra strano che il governo non faccia nulla. Stiamo solo chiedendo che questo esecutivo prenda decisioni per mitigare danni, che purtroppo sono già arrivati e che col passare del tempo continueranno ad aumentare per mano dell’uomo. Se siamo stati ricevuti da un ministro, comunque, significa che la nostra strategia funziona. C’è da squarciare un velo e andare oltre quello che sembra possibile, che riteniamo corretto e legale per arrivare a un obiettivo, sempre all’interno del contesto della non violenza. Questo è un principio sacrosanto.
Le lacrime di qualche giorno del titolare del dicastero che si occupa di Ambiente, a suo parere, sono reali?
Il mio parere conta poco, così come se siano vere o di coccodrillo. Preferisco alle lacrime scelte politiche nette, chiare, palesi e alla luce del sole. Sono tanti che anni vediamo i politici indossare l’abito a seconda delle tempistiche della campagna elettorale. Per questo andremo avanti con la nostra azione.
Esiste una differenza tra Pichetto Fratin e gli altri ministri?
L’unica differenza è che Pichetto Fratin ha accettato un colloquio. Non avendolo ancora incontrato, non posso dire altro.
Perché chi è a Palazzo Chigi, nonostante una serie di azioni abbastanza plateali, non vi ha mai ascoltato?
Dipende dalla narrazione che segue o precede le nostre azioni. Sulle motivazioni reali non penso vi siano dubbi. Chi nega la nostra causa è un negazionista climatico e vive nel pianeta solo perché ha interessi da tutelare. Questo è il punto centrale tra chi riconosce che siamo in una situazione di emergenza e chi invece intende, per i propri affari, mantenere lo status quo con percorsi produttivi che puntano ai combustibili fossili. Sono ormai quaranta anni che è stato detto in modo chiaro che sono la causa del problema.
Continuerete a imbrattare i monumenti fino a quando non avrete risposte concrete?
Andremo avanti. Ci saranno sempre nuove azioni. Non posso dire se ci saranno ancora imbrattamenti. Ottenere un incontro con un ministro, non fermerà le nostre richieste. Non smetteremo fino a quando la politica non farà scelte pubbliche, iniziando a disinvestire sul fossile davanti a tutti i cittadini.
Come rispondete, intanto, a chi vi accusa di distruggere la bellezza del Paese?
Se si considera arte un vetro che protegge un quadro e che poi viene ripulito dopo cinque minuti, potrei forse essere d’accordo. Una teca protettiva non rientra nel patrimonio artistico. Stiamo parlando di accuse che non stanno in piedi. Non abbiamo mai danneggiato le opere d’arte. Quelle esterne, fuori dai musei, invece, sono rischio a causa elementi naturali, come piogge acide e inquinamento. Questi sono danni permanenti, non le nostre dimostrazioni.
Le operazioni di pulizia, però, si sono rivelate abbastanza onerose. Così non si danneggia lo Stato?
Ci vogliono pochi minuti per pulire una salsa di pomodoro su una teca e i costi dei materiali sono praticamente nulli. Ci vogliono solo un panno e dell’acqua. Facendo riferimento alla storia del cavallo in piazza Duomo, si è già offerta un’agenzia per sostenere i costi. Si parlava di 200mila euro. In realtà sono 30mila e non andranno a ricadere sui milanesi. I cittadini non hanno mai pagato un euro, in modo diretto o indiretto, per quanto fatto da Ultima Generazione. Un centesimo speso bene adesso, comunque, potrebbe valere il futuro. In gioco c’è la vita delle persone.
In tanti vi chiedono di pagare di tasca vostra i danni. Lo stesso, però, non viene chiesto a quelle aziende che non rispettano le regole e inquinano…
Sarebbe il momento che ciò avvenga. È una questione di giustizia sociale. Le aziende, che tramite i fossili hanno realizzato degli extraprofitti incredibili, parlo di Eni e altre realtà, dovrebbero iniziare a pagare. Di solito chi rompe paga. Se sei parte del problema, dovresti essere anche parte della soluzione.
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