Attualità

Il sermone di Benigni: “Ventotene attualissimo, superare nazionalismi”

di Cristiana Flaminio -


Roberto Benigni è tornato in tv e subito innesca la polemica entrando, a gamba tesa, nel dibattito politico: da Ventotene fino all’Ue. Il comico toscano ha dedicato un ampio passaggio del suo (ennesimo) monologo alla critica che la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha rivolto al Manifesto di Ventotene. Una pagina di storia che, invece, Benigni reputa luminosa: “Tre uomini Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli autori del Manifesto di Ventotene sono eroi della nostra storia, come gli altri confinati del regime fascista. La pagina più commovente ed entusiasmante della nascita dell’Ue è stata qui in Italia, in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene. Nel 1941 succede una cosa incredibile, qualcuno ha un’idea, di cambiare tutto, l’idea dell’unità europea. E non era facile, intorno era tutto rovine e morti. Tre uomini Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli pensarono al nostro futuro, con un documento che era un sogno e anche di una concretezza e profondità straordinaria”. E Benigni ha proseguito: “Ventotene c’è l’idea di un’Europa unita, non era un’idea nuova ma per la prima volta quest’idea diventa un progetto politico, un programma realizzabile. Certamente contiene alcune idee superate, ma Altiero Spinelli stesso lo ha detto e ripetuto più volte, era pur sempre il 1941, ma non per questo viene meno la sua visionarietà. Sarebbe come dire buttiamo la Bibbia perché c’è scritto che il sole gira attorno alla terra. Il vero punto centrale del Manifesto di Ventotene è chiaro ed attualissimo: superare i nazionalismi, che avevano distrutto un Continente, per costruire un’Europa unita”. Per altre opere, altri passaggi, però, lo schema censorio è scattato per molto meno. Ma questa, all’epoca del tramonto woke, sembra un’altra storia. Benigni ha poi insistito: “Il nazionalismo nella storia ha provocato milioni di morti, è guerra, è stato il carburante di tutte le guerre: non è una ideologia politica, è una fede. Sta sopra di tutto, la Nazione, sta sopra a Dio”. E ancora: “Il nazionalismo -avverte- è una malattia come il morbillo, si nasconde da patriottismo. Io sono patriota, amo la mia patria come la mia mamma. Lo stile di vivere italiano è il più bello del mondo, ma non ho intenzione di imporlo a nessuno. Patriottismo e antinazionalismo possono stare insieme, come dimostra Garibaldi. I nazionalisti odiano il mondo, vogliono che abbiamo paura e hanno paura di tutto. E la paura è all’origine di quasi tutte le stupidaggini umane. Il nazionalismo ha sempre prodotto guerre e odio, perché si ritengono superiori, ritengono la propria nazione migliore delle altre”. Ciò non impedisce a Benigni di dirsi orgoglioso di essere europeo: “Abbiamo fatto tante cose brutte ma ne abbiamo fatte anche di belle, noi europei: è giusto ricordarsi chi siamo, c’è da essere orgogliosi di essere europei”.


Torna alle notizie in home