Politica

Stop “Bella Ciao” nel Bergamasco, la polemica del 25 aprile

di Cristiana Flaminio -

Assemblea annuale della Sezione ANPI Barona Milano “Carlo Smuraglia” alla Cooperativa Barona Ettore Satta, 16 Febbraio 2025 ANSA/MATTEO CORNER


C’è un Comune, nella Bergamasca, che ha vietato a chi manifesterà oggi di cantare Bella Ciao. La polemica è servita. Anche perché, a quanto pare, il divieto non è totale né integrale ma, più semplicemente, legato solo a una parte del corteo. La vicenda è stata raccontata dal Corriere della Sera che ha dato conto di come il presidente del consiglio comunale di Romano di Lombardia, il leghista Paolo Patelli, abbia imposto lo stop a “brani musicali, inni e canti a eccezione del Silenzio e dell’Attenti”. Non a tutto il corteo, non a tutta la manifestazione ma solo alle prime quattro tappe. In ossequio all’invito giunto dal governo a celebrare “con sobrietà” la ricorrenza e a rispettare così il lutto nazionale decretato per la morte di Papa Francesco. L’Anpi ha attaccato a testa bassa l’amministrazione comunale: “Leggo le disposizioni come una forzatura intenta a silenziare la celebrazione del 25 Aprile per sminuirne la grandezza e il significato di festa popolare per una conquistata libertà ed esercizio di democrazia, che nulla ha d’impedimento al cordoglio per la scomparsa di un pontefice che sentivamo vicino ai valori della Resistenza”, ha affermato Walter Torioni dirigente dell’Anpi di Bergamo, che ha inoltre aggiunto che si potrà impedire alla banda di suonare “Bella ciao” ma non ai cittadini di cantarla. Il Comune, però, non ci sta. E come riferisce Ansa smorza le polemiche stroncandole: “Come dalla nota inviata alle associazioni, è solo per le prime quattro tappe del corteo, mentre il programma rimarrà invariato per la tappa al monumento ai Caduti e la conclusione in piazza Roma”. Tanto rumore per nulla.


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