Attualità

Beffe milionarie ai vip: dal broker Bochicchio al fisico-manager Migani

di Ivano Tolettini -


Un altro capitolo del corposo libro intitolato “investimenti beffa” ai danni di facoltosi personaggi del mondo dell’imprenditoria e dello spettacolo. Stavolta sul frontespizio c’è niente meno che il nome del fisico nucleare Daniele Migani, un passato al Cern di Ginevra e un presente nelle peste giudiziarie perché le frontiere dell’atomo finanziario si sono rivelate più spericolate delle giravolte dei gluoni e gli hanno portato in dote un’inchiesta per truffa, abusiva attività di raccolta del risparmio ed evasione fiscale. Il motivo? Numerose presunte vittime vip, tra cui Giorgetto Giugiaro, lo hanno denunciato di avere sperperato i loro milionari tesoretti e il Tribunale di Milano ha firmato un sequestro preventivo per equivalente pari a quasi 18 milioni di euro. Ecco che tornano in mente i tanti casi in Italia in cui spericolati broker, dal telefinanziere Giorgio Mendella negli anni Ottanta a Massimo Bochicchio più di recente, hanno spogliato i loro clienti, non sempre facoltosi. All’origine dell’ultima stangata, come si legge nella richiesta di sequestro preventivo per equivalente della Procura della Repubblica di Milano e firmato dal gip Teresa De Pascale, ci sarebbero stati l’eccessiva “rischiosità degli investimenti sottoscritti dai comparti del fondo lussemburghese Skew Base”, l’elevato ricorso alla leva finanziaria dal 440 al 900% per ottenere denaro in prestito da investire in prodotti ad altissimo rischio, e la crisi della pandemia da Covid a partire dal 2020, che hanno visto la clientela perdere il capitale investito per quasi 50 milioni di euro. Ieri il gruppo svizzero XY, al centro dell’inchiesta e rappresentato dai consulenti Daniele Migani, 51 anni, e Francesco Dalle Vedove, ha emesso un comunicato in cui manifesta “sorpresa” per la piega del procedimento penale. Assistito dai legali Alessandro Pistocchini e Raimondo Maggiore, il management inquisito ribadisce “con forza la legalità del proprio operato e la fiducia di potere chiarire la propria posizione al pubblico ministero”. Intanto, la Procura ha indagato oltre a Migani e Dalle Vedove, anche Marco Codegoni e Matteo Paglino della XY Eos Ticino sa, Jacopo Stock partner e direttore di XY sa, quindi Giampiero Carlacci, Michele Cenghini, Alessandro Tiana e Tiziano Sola per ipotetici profitti illeciti con danni per 13 milioni patiti da “Paola Pellegrini e Marco Anatrella Pellegrini”; per quasi 17,5 milioni da Paolo Mantovani; 8,6 milioni da Luciano Serra e il designer Giorgetto Giugiaro, quindi per 11 milioni da Paolo Odello Rossi. Nel capo d’imputazione si leggono i nomi di imprenditori, artisti, manager e professionisti tra cui appunto Caterina Caselli e il figlio, i quali però non hanno ancora presentato la querela. Tra i presunti danneggiati anche una società di Matteo Cordero di Montezemolo, che avrebbe patito una scoppola da 350 mila euro nell’ambito di un doppio investimento di 13 milioni di euro. La società rappresentata anche da Migani, il quale sostiene di potere spiegare di non avere raggirato alcuno e che le perdite sono dovute al pessimo andamento del mercato e non già a comportamenti dolosi, aveva sede a Chiasso nel Ticino, prima di essere trasferita a Zurigo, con sede anche a Londra.

DA CONTE A LIPPI – La vicenda che più risalto ha avuto negli ultimi anni è stata quella di Massimo Bochicchio, poi morto in un incidente stradale il 19 giugno 2022, che raggirò grandi e piccoli risparmiatori per centinaia di milioni di euro con la promessa di garantire un interesse del 10% annuo. In questo modo accumulò un capitale di almeno 500 milioni di euro, sebbene si vantasse in una intercettazione telefonica di avere movimentato quasi 2 miliardi di euro, che in poieno Covid si sfarinò lasciando nei guai molti risparmiatori. Tra le vittime l’allenatore del Napoli Antonio Conte (24 milioni), l’ex ct Marcello Lippi, l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy (6 milioni) e il campione francese Patrick Evra. Ma oltre al crack del 1991 intestato a Mendella, che costò 400 miliardi di lire dell’epoca ai suoi 20 mila clienti, un’enormità, le storie di risparmio tradito negli anni 2000 hanno conosciuto anche il capitolo MyWay e 4You di Banca 121. In questo caso dopo una sentenza della Cassazione i clienti hanno ottenuto la nullità dei contratti atipici sottoscritti, aprendo la strada a un ristoro parziale.


Torna alle notizie in home