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Beccaria, un’altra notte di follia: incendi, incidenti, feriti, detenuti sfuggiti al controllo

di Giorgio Brescia -


Un’altra notte di follia al carcere minorile Beccaria di Milano. Un racconto di incendi, incidenti, scontri ed evasioni che fotografa nuovamente una struttura facile a finire praticamente “fuori controllo” e che per l’ennesima volta arriva subito ai media solo grazie ai sindacati della polizia penitenziaria. Nel maggio scorso, il più recente episodio di una catena di fatti avvenuti nel carcere minorile del capoluogo lombardo.

La miccia della follia, intorno alle 22 di sabato, con alcuni incendi nelle celle. Il via della rivolta con feriti quantificati nel numero di otto, mentre le forze dell’ordine provvedevano a cinturare il perimetro esterno dell’istituto, i segnali di una situazione prossima a rientrare, i vigili del fuoco all’esterno pronti ad intervenire per accertare i danni nell’area incendiata.

Un appello a cui mancavano alcuni detenuti, due o tre, forse evasi o nascosti all’interno della struttura, in ogni caso sfuggiti al controllo degli agenti.

 “Alcuni detenuti – spiegava Gennarino De Fazio, coordinatore nazionale Uilpa polizia penitenziaria – hanno inscenato una rivolta, forzando i presidi di sicurezza e arrivando alla portineria”.

 Secondo le prime informazioni, dopo gli incidenti seguiti alle fiamme, prudenza, raccontava De Fazio, i detenuti erano stati portati “in uno spazio comune” e da qui, anche grazie a una porta aperta, approfittavano della situazione “tentando la fuga”. Da De Fazio l’indicazione di “fortissimi disordini” affrontati dalla polizia penitenziaria “a ranghi ridottissimi”.

“Nei disordini verificatisi al carcere Beccaria di Milano – questa la conta finale della notte di follia – sono otto le persone ferite, tutti detenuti. Di questi uno è stato portato in ospedale (piantonato inizialmente dagli agenti dalla Polizia di Stato per l’indisponibilità di agenti della penitenziaria, ndr) l. Altri tre detenuti sono evasi e finora almeno uno di loro è stato rintracciato. Episodi del genere, che ormai si verificano sempre più spesso, sono la dimostrazione che lo Stato ha fallito e il sistema carcere è sempre più abbandonato a se stesso”. Così il segretario del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo. 

Nel corso dei disordini, cui avrebbero preso parte tutti i 58 reclusi presenti, diversi hanno tentato di evadere e quattro sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma dopo ore di ricerche sono stati tutti rintracciati all’interno del perimetro che delimita il carcere e altri uffici del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità”. Così ribadiva De Fazio. confermando l’iniziale racconto di una notte di follia.

“Quanto nuovamente accaduto a Milano, preceduto da fatti analoghi sempre al Beccaria così come al ‘Ferrante Aporti’ di Torino e in molti altri istituti per minorenni del Paese, è la prova provata del fallimento organizzativo e gestionale del sistema penale inframurario minorile, che fa il paio con quello per gli adulti – sottolinea il segretario della Uilpa Pp – Urge un cambio di passo che deve essere dettato dalla politica, prim’ancora che dalle amministrazioni”.

“Il sistema va messo in sicurezza potenziando i presidi a partire dagli organici della polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18mila unità, implementando ed efficientando le strutture e riorganizzando l’intero apparato – aggiunge De Fazio – Sarebbe peraltro il caso di ripensare la scelta di mantenere negli istituti penali per minorenni ristretti fino a 25 anni d’età. Auspichiamo che dal ministero della Giustizia e dal governo già in mattinata facciano sentire la loro voce con argomenti concreti e, soprattutto, che si varino misure tangibili e immediate. Temiamo, tuttavia, di dover nuovamente ascoltare i soliti ritornelli stonati con roboanti annunci vuoti di contenuto”.

Alla denuncia dettagliata della rivolta, smentendo la tentata evasione, replicava il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità: “La rivolta avvenuta ieri sera all’interno dell’Ipm Beccaria di Milano è stata prontamente sedata e non vi è stato alcun tentativo di evasione da parte dei detenuti”. Poi, però confermando gli effetti della rivolta arrivati fino ai limiti del perimetro della struttura: “Le azioni di rivolta hanno causato ingenti danni al primo gruppo ma l’intervento del personale della polizia penitenziaria ha consentito di ripristinare immediatamente l’ordine, mentre tre detenuti sono stati trovati e riportati in cella mentre erano nascosti nel perimetro murato del carcere”.


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