Bce, in campo il piano anti spread
Il Financial Times: nuovi acquisti per aiutare i Paesi a rischio
La Bce si prepara ad uno scudo anti-spread, necessario innanzitutto a sostenere i Paesi maggiormente a rischio, come l’Italia. La maggior parte dei 25 membri del Consiglio direttivo è orientata infatti, secondo il Financial Times, a sostenere una proposta per creare un nuovo programma di acquisto di obbligazioni, con l’obiettivo di contrastare gli oneri finanziari per gli Stati membri che rischiano di andare fuori controllo.
Anche senza un nuovo schema, la Banca Centrale ha già altri 200 miliardi di euro da spendere per l’acquisto di debito pubblico nell’ambito del suo programma di acquisto di obbligazioni. Questi fondi deriverebbero dall’anticipo dei reinvestimenti di attività in scadenza tra un anno.
Il debito pubblico italiano preoccupa non poco l’intera scena economica europea: è salito lunedì mattina, spingendo il rendimento dell’obbligazione decennale di riferimento al ribasso di 0,1 punti percentuali al 3,3%. E lo spread la scorsa settimana è arrivato al livello più alto dall’inizio della pandemia. Quasi tutti i membri del Consiglio sono quindi orientati a ritenere che si verificherà un aumento di almeno 25 punti base alla prossima riunione della Bce in programma il 21 luglio. Il tutto mentre i prezzi al consumo nell’Eurozona sono aumentati dell’8,1% nell’anno fino a maggio.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, già nel mese scorso aveva prefigurato questo scenario: “Se necessario – aveva detto – potremo progettare e implementare nuovi strumenti per garantire la politica monetaria nel solco della normalizzazione delle politiche, come abbiamo dimostrato in molte occasioni in passato”. La Banca centrale aveva precedentemente affermato che il suo continuo programma di acquisto di attività da 20 miliardi di euro al mese non sarebbe terminato fino all’inizio di luglio e solo “qualche tempo” dopo avrebbe preso in considerazione l’aumento dei tassi di interesse.
Intanto, Carsten Brzeski, capo della ricerca macro di ING, afferma che anticipare la fine degli acquisti di obbligazioni di poche settimane sarebbe “una chiara sorpresa” e potrebbe persino aprire le porte alla possibilità di aumentare i tassi di interesse prima della riunione del 21 luglio.
C’è anche da rilevare che la Bce ha acquistato più di 4,9 trilioni di euro di obbligazioni in totale, più di un terzo del prodotto interno lordo dell’Eurozona, da quando nel 2014 ha lanciato il suo programma di allentamento quantitativo per affrontare la duplice minaccia di deflazione e di crisi del debito sovrano. E negli ultimi due anni ha acquistato più di tutte le obbligazioni extra emesse dai 19 governi della zona euro, manifestando lentezza rispetto alla maggior parte delle banche centrali occidentali. Altri, come la Federal Reserve statunitense, hanno persino iniziato a ridurre i propri bilanci non reinvestendo i proventi delle obbligazioni in scadenza.
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