#Bastavaschette, la campagna per il mare pulito
#Bastavaschette, la campagna per il mare pulito ha il suo perché in un dato: ogni anno, in Italia, vengono utilizzate più di 1,2 miliardi di vaschette in plastica per la vendita di ortofrutta. E si stima, dice l’associazione Marevivo, che nei prossimi anni questi numeri aumenteranno del 35%. Da qui, nel 2022, il via della campagna #BastaVaschette nata per sensibilizzare l’opinione pubblica, invitando i consumatori all’introduzione di abitudini di acquisto consapevoli che vadano finalmente, con convinzione, nella direzione di una vera e propria economia circolare.
L’obiettivo è di ridurre l’utilizzo di queste confezioni, molto spesso non riciclabili e dannose non solo per l’impatto ambientale provocato dalla produzione e dallo smaltimento dei materiali di imballaggio. Perché spesso finiscono in mare dove rimangono per sempre, sminuzzandosi e rappresentando una minaccia per gli animali che lo abitano, ma anche e soprattutto per il fatto che il tutto è una minaccia per gli alimenti, perché rilascia sostanze dannose per la salute dell’uomo.
Un’iniziativa in linea con la proposta di regolamento della Commissione europea, che intende limitare il ricorso agli imballaggi in plastica monouso, promuovendone il riuso e il riciclo. Da qui, informazione, comunicazione e pressing nei confronti delle istituzioni, in collaborazione con Zero Waste Italy.
Immagine principale della campagna, la rielaborazione provocatoria del capolavoro di Caravaggio “Giovane con canestra di frutta” esposto alla Galleria Borghese. Mirato al Parlamento, il pressing istituzionale. L’associazione ambientalista guidata da Raffaella Giugni, che da quasi quarant’anni si batte per la tutela dell’ambiente e del mare, chiede una legge anche in Italia che vieti l’utilizzo di confezioni in plastica monouso per l’ortofrutta. Guardando, per esempio, ad un Paese vicino come la Francia ove l’utilizzo di imballaggi in plastica è già vietato per una trentina di prodotti ortofrutticoli freschi, la cui confezione non superi il peso di 1,5 kg.
La richiesta è quella di un cambio di passo, che parta innanzitutto dagli italiani: ” Il volume degli imballaggi – dice la Giugni – è in costante crescita e la riduzione deve essere il primo passo. Non c’è più tempo: non ci basta sapere che la plastica è stata trovata nei tessuti della placenta umana e nel sangue? L’ambiente, la salute e la qualità della vita di noi tutti sono ancora una volta messi in secondo piano rispetto alle esigenze commerciali di un mercato distorto, che ci porta verso un punto di non ritorno. Dobbiamo attuare una vera transizione: ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede la natura, ce lo chiedono i nostri figli”.
Argomenti che Marevivo con #Bastavaschette, la campagna per il mare pulito, ha messo al centro di un suo recente intervento in audizione alla Camera dei Deputati. Di fronte alle Commissioni riunite VIII Ambiente e X Attività produttive, ha esposto la propria posizione nell’ambito dell’esame della proposta di regolamento UeE su imballaggi e rifiuti di imballaggio, confermando di esserne “convintamente a favore. La strategia prevista di promuovere il riciclo, rendendo tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’Ue riciclabili entro il 2030, incentivare la riduzione dei rifiuti da imballaggio, attraverso l’implementazione di sistemi di riutilizzo e di ricarica, e aumentare l’uso della plastica riciclata, promuovendo lo sviluppo di un’economia circolare, non solo è un principio di buon senso volto a ridurre l’eccesso di rifiuti e dare più valore ai materiali, ma è anche l’unico approccio vincente per imboccare la strada di una vera transizione ecologica”.
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